La realtà aumentata di THE ROUND viene premiata

MedagliaIl capo dello Stato Napolitano ha premiato il gruppo “quARte” con la Medaglia del Presidente

della Repubblica, quale premio di rappresentanza all’evento “Arte quantistica, scienza e

realtà aumentata: sinergie d’innovazione” del 9 novembre 2013 a Pietrasanta (Lucca).

L’evento, organizzato da Egocreanet e collaboratori, ha tra gli obiettivi il potenziamento

della creatività scientifica, dell’arte e lo sviluppo della comunicazione attraverso la realtà

aumentata (AR).

Curatori della sezione di realtà aumentata del gruppo “quARte” sono Mirco Compagno

(direttore ricerca e sviluppo di THE ROUND) e Giuliana Guazzaroni (ADAM) che hanno

realizzato, tra le altre cose, il percorso di Macerata Digitale nel centro storico e le performance

su Giuseppe Verdi nella mostra “Muri e divisioni” in Galleria Galeotti, nell’ambito del Festival

Off di Macerata Opera 2013.

Queste due esperienze, presentate entrambe durante il workshop sulla realtà aumentata di

Pietrasanta, sono a tutti gli effetti buone pratiche affinché la tecnologia della realtà aumentata

possa rappresentare un valore aggiunto in settori strategici come la cittadinanza attiva e

la valorizzazione del territorio (Macerata Digitale) oppure la comunicazione dell’arte e del

patrimonio culturale (Performance su Giuseppe Verdi). Tutto ciò rappresenta un’esperienza

sia ludica sia didattica per avvicinare un pubblico più ampio o, comunque, più attento e

consapevole.

La realtà aumentata, come sottolineato nel corso dell’evento, rappresenta un connubio

positivo per una comunicazione innovativa, giocosa e performativa, ma soprattutto capace

di offrire stimoli a differenti settori strategici in rapida crescita, dall’editoria al marketing,

dall’ingegneria alla promozione del territorio.

La medaglia premio del Capo dello Stato al valore di questa ricerca rappresenta un

riconoscimento al lavoro finora svolto sulla AR.

Nei prossimi mesi, il gruppo “quARte” si è prefisso l’obiettivo di dare un impulso ancora

maggiore alla comunicazione in AR in modo che le ricadute effettive portino a nuovi approcci

per rilanciare l’innovazione d’impresa.

In chiusura dei lavori sulla AR è stato lanciato il concorso di idee della comunità

scientifica arxlab (coordinata da Compagno e Guazzaroni), per raccogliere stimoli

utili al raggiungimento dei prossimi obiettivi del gruppo, per parteciparvi: http://

arxlab.ideascale.com

La Medaglia del Presidente della Repubblica premia l’evento dedicato a “Quantum Art and Augmented Reality”

 La Medaglia del Presidente della Repubblica

Sabato 9 novembre la città di Pietrasanta (Lucca) ha ospitato, presso il Chiostro Sant’Agostino, la conferenza “quARte” dal titolo: “Arte quantistica, scienza e realtà aumentata: sinergie d’innovazione”.

Il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha donato al gruppo “quARte” la Medaglia del Presidente della Repubblica quale premio di rappresentanza all’evento dedicato alla “Quantum Art and Augmented Reality” organizzata da Egocreanet e collaboratori  per il potenziamento della Creativita’ scientifica ed artistica e lo sviluppo della comunicazione in Realta Aumentata.

Il Comune di Pietrasanta si è confermato una splendida cornice per ospitare l’evento. Capoluogo della Versilia storica, Pietrasanta è rinomata per la lavorazione del marmo e del bronzo che l’ha resa un crocevia di scultori provenienti da tutto il mondo. Grazie a un centro storico ricco di sculture e monumenti, la cittadina è conosciuta a livello internazionale come città d’arte, con numerose gallerie ed esibizioni stagionali sulla Piazza del Duomo e nella Chiesa di Sant’Agostino.

Il MuSA, museo reale e virtuale di scultura e architettura, illustra il procedimento di estrazione del marmo, principale risorsa della città.

Dagli anni Ottanta, Fernando Botero, icona dell’arte moderna, ha iniziato a trascorrere vari periodi dell’anno proprio a Pietrasanta per la vicinanza alle cave di marmo. Le sue pregiate sculture e affreschi disseminati per le strade, le chiese e i chiostri conferiscono alla città un fascino singolare.

L’iniziativa “quARte”, ha trovato in questo luogo un palcoscenico ideale per conseguire l’obiettivo di potenziare la creatività scientifica, artistica e lo sviluppo della comunicazione in realtà aumentata.

Il professor Paolo Manzelli ha aperto i lavori sui futuri orizzonti dell’arte quantistica.

I successivi relatori hanno investigato:

1. Le implicazioni della chimica nell’arte e nella letteratura (Vincenzo Schettino);

2. L’arte quantistica e le sue intuizioni verso una scienza olistica (Daniela Biganzoli);

3. L’interdipendenza nella realtà olografica (Andrea Moroni);

4. Immaginazione, creatività e colore (Fabrizio Chemeri);

5. I modelli del neo figurativismo quantico (Luciano Annichini);

6. L’essere mente, spirito, anima nella quantum art (Salvatore Cilio);

7. Di quale arte? (Adelio Schieroni);

8. La chimica quale ponte fra due culture (Luigi Campanella);

9. Le forme e il vuoto (Giuseppe Guanci);

10. La realtà aumentata nelle arti attraverso il gioco-performance e le manipolazioni (Giuliana Guazzaroni e Mirco Compagno);

11: L’ecto musica 432Hz (Fabio Bottaini);

12. La performance i mattoidi (Pietro Antonio Bernabei);

13. Matematica e arte (Fabrizio Ferracin) e, in chiusura, la suggestiva performance sui ritmi naturali, la danzaterapia e i neuroni specchio svoltasi all’aperto nel chiostro (Anna Paola Desiderio e Martin Comploi).

La conferenza esibizione può essere considerata una pietra miliare dell’innovazione concettuale dell’arte quantistica, della scienza e della realtà aumentata. Il punto di vista condiviso dai partecipanti favorisce e stimola una rinnovata dimensione innovativa della creatività nelle espressioni artistiche, scientifiche e tecnologiche.

La realtà aumentata, in questo contesto, rappresenta un connubio positivo per una comunicazione anch’essa innovativa, giocosa e performativa, ma soprattutto capace di offrire un valore aggiunto a differenti settori strategici in rapida crescita, dall’editoria al marketing artistico, dall’ingegneria alla promozione del territorio ecc.

La comunicazione attraverso la realtà aumentata può rappresentare un rilancio culturale locale. Un’esperienza questa in grado di rivolgersi a un pubblico più ampio per promuovere lo sviluppo di movimenti artistici dell’era quantistica, attraverso forme di AR-marketing territoriale per la crescita dell’innovazione di sistemi di eco-economia. Un utilizzo sistematico e metodologicamente corretto delle svariate forme di realtà aumentata è, infatti, quanto di più auspicabile si possa sviluppare anche nella costruzione delle future smart city.

Come deciso durante l’evento di Pietrasanta la Medaglia donata dal Presidente della Repubblica sarà fruibile attraverso un’esperienza di realtà aumentata, da definirsi in base alle idee che i partecipanti vorranno proporre.

Le idee verranno raccolte nella comunità arxlab.

 

Giuliana Guazzaroni

 

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Augmented reality glasses ‘translate foreign menus as you read’

Glasses that can automatically translate foreign menus into the wearer’s own language have been unveiled in Japan.

The next-generation spectacles were revealed at a gadget fair on the outskirts of Tokyo and could be available in time for the city’s hosting of the Olympics in 2020.

An engineer for NTT Docomo demonstrates a headset which can translate foreign-language menus

An engineer for NTT Docomo demonstrates a headset which can translate foreign-language menus

By using augmented reality the glasses can project text in the wearer’s native tongue over unfamiliar signs and menus, potentially proving invaluable for British tourists whose grasp of Japanese is limited.

The invention may be particularly useful for those who journey beyond the most popular destinations in Japan where foreign-language menus are rarely found.

In a statement Japanese telecoms firm NTT Docomo, the company behind the glasses, said: “Character recognition technology enables instant language translation for users travelling abroad and reading restaurant menus and other documents.”

Another function the smart glasses can perform is turning any flat surface into a touchscreen with the wearer using a finger ring to activate animated tags.

(Fonte: Telegraph)

De Kerckhove: “La realtà virtuale è assorbita dentro la realtà aumentata”

Fino a che punto usiamo la tecnologia e oltre quale limite ne diventiamo schiavi? Connessi costantemente, come sta cambiando il nostro ruolo nella realtà fisica, dove i gadget elettronici sono ormai talmente vicini a noi da essere parte integrante del nostro corpo? Derrick De Kerckhove è uno degli uomini più wired che esistano: italiano di adozione e allievo di Marshall McLuhan, con il quale ha lavorato, è uno degli studiosi di riferimento per la Rete e i suoi effetti sul nostro cervello e sulla cultura. Lo abbiamo incontrato a Lugano, in occasione del Premio Möbius, un annuale award elvetico per l’innovazione e il multimediale. Quest’anno, durante il simposio, si è parlato di realtà aumentatae di come l’ augmented reality (AR) possa essere uno strumento per abitare e fruire la cultura, dai musei ai Google Glass.

Qualche anno fa l’ultima frontiera tecnologica sembrava dovesse essere la realtà virtuale.L’augmented reality è un superamento di quella dimensione?

“L’augmented reality, rispetto alla realtà virtuale è meno specializzata, richiede meno attrezzatura e non ti lascia isolato dalla realtà. La realtà virtuale era fondamentalmente la ricostruzione mentale di uno spazio, oggi la realtà aumentata è un ibrido logico nella maturazione della tecnologia. L’aura di cui parlava Walter Benjamin non è più un valore magico dato alla cosa originale, quella dimensione è ora l’aumento cognitivo e partecipativo che le opere d’arte, ad esempio, possono avere. Adesso, abbiamo frigoriferi e cucine che parlano e credo sia stupendo. L’uso dell’oggetto e il rapporto di conoscenza con esso ha la sua compresenza in queste informazioni multimediali in più”.

L’AR è una realtà consolidata in alcuni settori specialistici. Quanto manca prima che diventi un fenomeno di massa?

L’uso nel settore medico è già ampissimo, come nell’ingegneria. All’università di Napoli, presso la facoltà di ingegneria, si creano modelli di vagoni di treni con la realtà aumentata a partire da una modellizzazione che consente di vedere tutti i punti forti e deboli del progetto. Ecco, l’ingegneria aumentata è qualcosa che sono molto felice di avere. Un altro settore è certamente quello dell’arte. Ad esempio, esiste la danza aumentata, dove i corpi vengono ‘moltiplicati’ in vari modi. C’è una ricchezza di informazioni generalizzata che possiamo aggiungere alle nostre attività umane. La realtà virtuale è superata: Second Life serviva a esternalizzare il nostro immaginario. Era qualcosa di abbastanza primitivo. La realtà virtuale ora è assorbita dentro la realtà aumentata”.

Come valuta i Google Glass?

“Fino ad oggi non pensavo di investigare troppo i Google Glass. Oggi però sono tentato, soprattutto per l’aspetto di condivisione relativo al lifelogging. Ci sono ancora tre cose che devono avvenire, in relazione a questo fenomeno: le riprese video devono essere realizzate dal punto di vista dell’occhio, mentre il suono deve passare attraverso l’osso, perché non voglio sentire la mia voce e, in futuro, se incontro una persona che mi piace, potrò condividere quelli che ritengo, ad esempio, i momenti più belli della mia vita”.

Non pensa esistano dei rischi concreti per la privacy?

“Ragazzo, scusami, ma Zuckerberg l’ha detto chiaramente: ‘Privacy is over’. Non voglio però essere troppo leggero con questa domanda. Sono nato in una cultura dove la privacy contava molto. Ora, quando si impiega più tempo a curare il profilo Facebook che a leggere, penso che ci sia uno squilibrio tra la cultura del sé interiore e quella esterna. Il concetto chiave è l’inconscio digitale, vale a dire tutto quello che si conosce sul tuo conto senza che tu lo sappia. Con i Big Data e le menzogne dei governi come Prism, non abbiamo difesa. Allora ribaltiamo il problema: non parliamo più di privacy, parliamo di costruzione della personalità digitale, che parte dall’inconscio digitale. Bisogna avere la possibilità di accedere questi dati: la giustizia non è il diritto all’oblio, che non è possibile, la giustizia sarebbe poter accedere a tutti i dati sul nostro conto, inclusi quelli medici e criminali. I dati sono nostri. Anche Stefano Rodotà è d’accordo su questo punto. I Google Glass e i Big Data aumentano questo rischio. Le persone non hanno ancora ansia nei confronti di questo problema, ma l’interesse inizia a crescere. Il fascismo digitale è una possibilità concreta sul piano politico e potrebbe essere anche peggio del fascismo meccanico, che abbiamo conosciuto in passato. Vengono fatti anche esperimenti sul controllo della mente di un’altra persona attraverso la Rete. Questo è pericoloso”.

Siamo vittime di un information overload? Quali sono le conseguenze dell’essere costantemente connessi tramite gli apparecchi elettronici?

“Ci sono argomenti pro e argomenti contro. Penso che l’esternalizzazione delle nostre funzioni cognitive esista veramente, come quando scattiamo foto per ‘vedere veramente’ quello che abbiamo davanti agli occhi. Lo facciamo tutti: invece di prendere appunti su qualcosa, scattiamo una foto. C’è sicuramente una perdita da questo punto di vista. Ho letto alcuni psicologi americani che hanno studiato a lungo termine delle classi di scuola per vedere fino a che punto gli studenti erano capaci di riconoscere e interpretare la fisionomia. Sembra che effettivamente ci sia una perdita nell’interpretazione delle espressioni del viso”.

Marshall McLuhan diceva che i media erano estensioni del nostro corpo. Ora, sempre piùspesso, indossiamo i gadget sul nostro corpo. Quanto è cambiato il nostro rapporto con la tecnologia e i media?

“Siamo già cambiati, e penso che il responsabile sia l’elettricità. McLuhan avrebbe detto che alla base di tutto c’è la presa di potere dell’elettricità sul corpo e sulla mente dell’uomo. La cultura è globalizzata ed è stata l’elettricità a causarlo. La coesione sociale che ne scaturisce, grazie anche al Web 2.0, diventa a metà automatizzata, ma necessita di una nuova etica, basata su principi di rappresentazione del sé e della società, di cui abbiamo grande bisogno, ma che non è ancora maturata”.

Ma McLuhan cosa avrebbe detto dei Google Glass?

“Marshall McLuhan diceva che dentro la tecnologia c’era il diavolo. Era contro anche ala televisione. Lui era un uomo del libro e della cultura alfabetica. L’ha detto nel 1962, il lo chiamo il ‘decalogo di McLuhan’: ‘Il prossimo medium, qualunque sarà, potrebbe essere l’estensione della nostra coscienza. Comprenderà la televisione, come suo contenuto, non per il suo ambiente e trasformerà la televisione in una forma forma d’arte’. Questo è YouTube. E ancora: ‘Potrà essere un medium di comunicazione e ricerca’ – Internet, anche se McLuhan è morto nell’80. ‘Renderà obsolete le organizzazioni bibliotecarie’, e questi sono i tag. E, infine, per McLuhan, questo nuovo medium avrebbe beneficiato del talento enciclopedico di tutti noi, il che è Wikipedia. E, infine, era convinto avrebbe creato un nuova economia. Non era in favore di tutto questo, pur avendolo capito già nel 1962″.

( Wired.it, 25 ottobre 2013)

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