Occhio, il futuro è già presente!
Il CEO di Mojo Vision, Drew Perkins, ha indossato per la prima volta il prototipo di lente a contatto in realtà aumentata.
“Il futuro è molto più vicino di quanto la maggior parte delle persone pensi. Anzi, il futuro è già qui. L’ho visto. L’ho indossato. Funziona. È successo tutto nei laboratori di Mojo Vision a Saratoga, in California, il 23 giugno 2022, ed è stata la prima dimostrazione di una lente a contatto in realtà aumentata completa di funzioni. Con mia grande gioia, ho scoperto che potevo interagire con una bussola per orientarmi, visualizzare immagini e utilizzare un teleprompter sullo schermo per leggere una citazione…” Queste sono le parole di Drew Perkins CEO della Mojo Vision startup americana che con il proprio team di ingegneri ha lavorato ai confini della fisica e della miniaturizzazione dell’elettronica riuscendo a realizzare uno schermo microLED (da 14.000 pixel per pollice e con un diametro inferiore a 0,5 mm e un pixel-pitch di 1,8 micron) delle dimensioni di un granello di sabbia.
Di recente è stato annunciato il prototipo avanzato di Mojo Lens, che integra una serie di nuove funzionalità hardware e tecnologie innovative integrate direttamente nella lente, tra cui un nuovo e avanzato display, il tracciamento oculare e le comunicazioni. L’ultimo ostacolo tecnico per indossare la lente è stato quello di garantire che i sistemi di alimentazione e di comunicazione radio funzionassero senza fili.
L’interfaccia delle Mojo Lens è basata sul tracciamento degli occhi, che consente agli utenti di accedere ai contenuti e selezionare gli elementi senza l’ausilio di controller manuali o gestuali, ma solo con il movimento naturale degli occhi.
Dopo aver completato i test preclinici e ridotto i potenziali rischi per la sicurezza, si è potuto procedere alla sperimentazione dell’utilizzo della lente in realtà aumentata. I prossimi passi della Mojo Vision sarà quello di perfezionare le sue lenti per sottoporli alla FDA (Federal Drug Administration) e ottenerne l’approvazione per il mercato.
Riparare i PC con la realtà aumentata
Dell Technologies ha presentato una nuova applicazione di realtà aumentata (Dell AR Assistant) che guida gli utenti attraverso le procedure di manutenzione e riparazione di oltre 100 PC e server Dell in sette lingue diverse e con istruzioni passo-passo. Tutto ciò che serve è uno smartphone Android o iOS. L’app non richiede un login e non archivia o trasmette informazioni sul cliente. Lo sviluppo dell’applicazione è avvenuto durante i primi mesi della pandemia, quando i tecnici non potevano recarsi a casa delle persone.
Dell mette a disposizione online i manuali dei prodotti e le relative risorse, e lo fa da oltre un decennio. Sono inclusi i download di software, driver, BIOS, firmware, patch del sistema operativo e di sicurezza. Il Dell AR Assistant è un’estensione naturale dei manuali, in un formato facile da seguire e accessibile al cliente da qualsiasi luogo. Gli utenti dell’AR Assistant possono vedere i loro dispositivi e le modalità di riparazione grazie alla realtà aumentata e alle sovrapposizioni informative sulla macchina da riparare, sfruttando la fotocamera dello smartphone.
Tara Gale, Client Solutions Country Lead, Dell Technologies Ireland, ha dichiarato: “La riparabilità continua a essere una priorità per noi di Dell Technologies. Sappiamo che gli utenti vogliono avere un maggiore controllo sui loro dispositivi, anche per quanto riguarda le riparazioni. Da sempre sostenitrice della riparabilità, Dell ha cambiato le carte in tavola con un’applicazione di realtà aumentata per le riparazioni IT, il Dell AR Assistant, unica nel suo genere. Il nostro obiettivo è quello di consentire ai consumatori di riparare facilmente i dispositivi da soli, laddove ne siano in grado. In definitiva stiamo cercando di ridurre i tempi di riparazione per i problemi che possono essere risolti dagli stessi utenti, con un piccolo aiuto da parte di Dell“.
Microscopio digitale & Smartglasses per l’industria elettronica
Un settore altamente innovativo come quello dell’ industria elettronica, può beneficiare enormemente della sinergia tra il microscopio digitale e gli smartglasses. Nel nostro progetto realizzato per la IMW abbiamo connesso i due device in modo tale che il tecnico possa vedere direttamente dove sta operando senza necessariamente alzare ogni volta lo sguardo verso il monitor. Questo ha comportato un forte riduzione del carico cognitivo da parte dell’operatore con la conseguente riduzione degli errori.
Apple inventa un sistema per evitare il “burn-in” negli AR glasses ed “Headset”
Qualche giorno fa l’ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti ha pubblicato una domanda di brevetto di Apple che si riferisce a una funzionalità progettata principalmente per “AR glasses” ed “Headset” che eviterà il cosidetto “burn-in” del display.
(Image credit: Martin Hajek/iDropNews)
Il burn-in è quell’effetto che, a seguito della visualizzazione prolungata nella stessa posizione nello schermo di un’immagine, comporta un deterioramento del fosforo dello schermo ( Il display è perfettamente funzionante al verificarsi di questo problema) con formazione di una cosiddetta “immagine fantasma“, un’immagine sbiadita che, indipendentemente da ciò che si visualizza sul display, rimane in sovrimpressione.
Operazione di visualizzazione basata sull’attività oculare
La domanda di brevetto di Apple riguarda un sistema di monitoraggio oculare progettato per rilevare “saccadi oculari” e battiti di ciglia e quindi apportare le modifiche necessarie alle visualizzazioni degli occhi in tempo reale senza che l’utente sappia che ciò sta accadendo in background.
Le saccadi oculari sono un rapido movimento oculare che porta una regione inizialmente periferica al centro del campo visivo (nella fovea). Gli esseri umani eseguono diversi movimenti oculari saccadici al secondo per utilizzare questa parte della retina ad alta risoluzione per guardare l’oggetto di interesse.
Durante saccadi e battiti di ciglia, la sensibilità visiva dell’utente viene temporaneamente soppressa. I circuiti di controllo dell’headset possono sfruttare la soppressione momentanea della sensibilità visiva dell’utente per apportare modifiche al funzionamento del display come ridurre il consumo di energia, apportare modifiche dell’immagine potenzialmente invadenti, evitare o ridurre gli effetti di burn-in, riducendo così il consumo di energia e migliorare le prestazioni del dispositivo.
Sopra l’immagine mostra un diagramma con un sistema di monitoraggio oculare può raccogliere informazioni sull’occhio di un utente. Il sistema può includere componenti riguardanti il tracciamento dello sguardo, sensori di immagine, fotorilevatori e dispositivi di rilevamento della luce, altre componenti per il monitoraggio dei movimenti oculari.
Come con la maggior parte dei brevetti, osserva che l’invenzione non è limitata ai soli occhiali ma potrebbe anche essere utilizzata in sistemi futuri come display heads-up Mac, tv e altro ancora.
Mirko Compagno
AR/VR/MR Architect & UX/UI Designer
Innovation Manager MISE: Sistemi di visualizzazione AR/VR
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