Parabrezza a “realtà aumentata” brevettato da Honda

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Parabrezza a “realtà aumentata” che mostrano al conducente anche ciò che fuori dal suo campo visivo. Basandosi sulla tecnologia dell’ Head-Up Display (HUD), Honda ha brevettato un sistema capace di rilevare i pedoni anche al di fuori del campo visivo del conducente, proiettandone la posizione sul parabrezza attraverso l’HUD. Il sistema riuscirebbe quindi a proiettare sul parabrezza anche la visione laterale, rendendo superflui i finestrini.

Un altro brevetto di Honda consentirebbe invece di visualizzare sul proprio parabrezza, tramite la tecnologia di comunicazione V2V (Vehicle-toVehicle) associata a quella HUD, l’icona delle auto che ci precedono, segnalando posizione e status del veicolo di testa. Il sistema renderebbe quindi possibile una sorta di vista attraverso i parabrezza delle altre auto, segnalando ad esempio se l’auto in prima fila e se si sta fermando, avvisando in anticipo i guidatori che la precedono.

In futuro dovremmo quindi aspettarci parabrezza estremamente evoluti, molto più simili a display digitali che a semplici cristalli.

Sourced through Scoop.it from: carrozzeria.it

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Il futuro dell’infermieristica è adesso: 7 modi in cui Microsoft HoloLens trasformerà l’assistenza

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Non è più fantascienza, il primo computer olografico è già realtà e non c’è limite alle cose che l’intelligenza artificiale potrà realizzare in un futuro sempre più “prossimo” al presente. Ma per il momento limitiamoci al modo in cui Microsoft HoloLens potrà modificare la professione infermieristica e le cure ai pazienti.

Sono sempre di più i colossi dell’informatica che investono in intelligenza artificiale e salute, IBM con Watson Health è già balzato agli onori della cronaca in queste ultime settimane, per essere riuscito nel difficile compito di diagnosticare un raro caso di leucemia ad una donna del sol levante e nell’aver proposto contestualmente la terapia più appropriata.

Anche Apple ha già realizzato apparecchi medicali sofisticati, dei veri e propri moduli aggiuntivi (Skinvision) per i propri iPhone, che riescono a trasformare un semplice smartphone in un apparecchio in grado di rilevare un melanoma, con un margine di errore inferiore al 10 %, ed inferiore anche rispetto al margine di errore di un bravo dermatologo.

Microsoft Hololens sarà di grande aiuto nel realizzare:

Formazione infermieristica:
HoloLens consentirà di fare formazione come mai fatto prima. Dallo studio del corpo umano alla dissezione dei cadaveri (negli USA è, anche così, che gli studenti di infermieristica studiano l’anatomia e la fisiologia). La realtà virtuale permetterà di simulare infiniti scenari di assistenza. Alcune abilità, come imparare ad inserire un sondino naso gastrico o un catetere vescicale, posizionare un PICC line potranno essere acquisite virtualmente, con l’aiuto dei docenti che passo dopo passo potranno far da guida, grazie a ciò che vedranno attraverso le lenti dei loro studenti.

Formazione per i disastri:
HoloLens creando scenari realistici darà modo agli infermieri di esercitarsi nel dare una risposta concreta in caso di disastri come un terremoto, attacchi terroristici, disastri aerei o di vario tipo.
Telemedicina: il modo in cui gli infermieri hanno sempre inteso la telemedicina non avrà più senso di esistere. Non più paziente ed infermiere dietro ad uno schermo, con la propria visione del mondo che li circonda. Con HoloLens sarà possibile per l’infermiere interagire con il paziente nel suo ambiente in maniera assai realistica.

Risposta alle emergenze:
chiamare il 911 o l’equivalente italiano del 118 o 112 potrà voler dire per i soccorritori vedere immediatamente la situazione. Quando ogni minuto conta, HoloLens permetterà ai clinici di dare le giuste indicazioni, in attesa del loro arrivo.

Favorire la comprensione:
i pazienti potranno usare HoloLens per esprimere se stessi. Uno schizofrenico potrà rendere il suo mondo interiore e lasciare che un infermiere veda lo struggimento che prova e le immagini terribili che visualizza e senta le voci agghiaccianti, sviluppando un modo di dare assistenza realmente empatico.

Educazione al paziente:
HoloLens consentirà agli infermieri di educare con efficacia ed in maniera personalizzata i propri pazienti. Insegnare ad un bambino ad utilizzare il proprio spray diventerà più semplice e divertente. Spiegare in maniera semplice le procedure sarà altrettanto facile. La comunicazione efficace e la visualizzazione di ciò che accadrà renderà il paziente più compliante e saranno migliori gli esiti di cura.

Protesi personalizzate:
Le protesi del futuro potranno essere fatte su misura utilizzando questa tecnologia, che sarà la base per la realizzazione delle stesse, grazie a stampanti 3D.
Questo percorso appena cominciato, nel futuro prossimo della tecnologia, sarà sempre più al servizio dell’assistenza e gli infermieri sapranno certamente farne un buon uso.

Se la tecnologia e l’intelligenza artificiale verranno messe al servizio dell’assistenza per migliorare l’erogazione delle cure, non c’è limite alle cose che potremmo riuscire a fare, mi auguro semplicemente che non sostituiscano mai l’autenticità di un rapporto, quello tra paziente-infermiere, che è ciò che rende il nostro lavoro non soltanto un lavoro, ma un gran bel lavoro.

Sourced through Scoop.it from: nursetimes.org

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Cervello e realtà aumentata

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Il funzionamento del cervello umano ha da sempre interessato gli scienziati di tutto il mondo e sicuramente gli studi sulle sue attività forniscono sbocchi sempre più interessanti. Cosa avviene nella testa di ciascuno di noi quando siamo alle prese con le attività di ogni giorno è ciò che maggiormente ha interessato un gruppo di ricercatori dell’Università di Drewel, in America.

Grazie alla tecnologia della spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso sono riusciti a registrare l’attività cerebrale monitorandola nell’arco di un’intera giornata. Nessun intervento invasivo è stato eseguito grazie ad un tipo di strumento che si indossa come una fascia.

In particolare l’interessamento è avvenuto per la registrazione di attività che riguardano i momenti in cui utilizziamo il computer, lo smartphone o siamo attenti a guardare la televisione o ad utilizzare il web in generale, proprio in relazione al concetto di realtà aumentata.

Le registrazioni sono avvenute con successo e senza il minimo sforzo da parte di chi ha partecipato al progetto come “cavia”. I dispositivi che si usano per condurre esperimenti del genere sono di solito degli occhiali speciali e quindi vanno posizionati sugli occhi. Questo è, invece, una vera innovazione proprio perché si indossa sulla fronte. La fascia si indossa come un normale indumento e non provoca condizionamenti nei movimenti né impedimenti nello svolgimento di alcun tipo di attività.

I primi risultati del test portato a termine dai ricercatori dell’Università di Drewel sono stati pubblicati sulla rivista Frontiers in Human Neuroscience. Nell’articolo descrivono come il test sia stato in grado di misurare anche le differenze in termini di carico e di consapevolezza di sé tra le attività normali che vengono svolte quotidianamente e quelle legato all’uso di dispositivi che ci calano in una realtà aumentata.

Risultato? Quando si utilizzano occhiali per la realtà aumentata il carico di lavoro per il cervello è minore e la consapevolezza di sé resta intatta. Si pensa già ad un adattamento delle scoperte fatte alle teorie di didattica generale e a quelle di scienze della comunicazione.

Sourced through Scoop.it from: watchitalia.it

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AR GAMES: giochi in realtà aumentata, il caso Pokémon Go

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Era inevitabile che accadesse. Il 2016 è l’anno di nascita della realtà aumentata in versione mainstream: non più una tecnologia innovativa di comunicazione riservata solo a campi d’applicazione specifici (beni culturali, manutenzione, automotive, medicina, e così via), ma una tendenza dominante, un fenomeno di massa.
E questo grazie Pokémon Go, un gioco di realtà aumentata lanciato lo scorso 6 luglio e diventato in poche settimane un successo planetario, basato sui simpatici animaletti (i ‘Pokemon’, appunto) che, sul finire degli anni ’90, hanno appassionato bambini e ragazzi con cartoni animati e giochi per il Gameboy.
Il gioco è stato sviluppato da Niantic, che era inizialmente una startup interna a Google, prima di divenire nel 2015 un’entità indipendente. Poi nel 2016 ha realizzato Pokémon Go in collaborazione con The Pokémon Company.

Lo scopo del gioco è quello di accumulare il maggior numero di punti cercando e catturando tutte le 151 specie di Pokemon, disseminati nel mondo reale. Ora grazie alla tecnologia della realtà aumentata, del Gps e la fotocamera dello smartphone il giocatore di Pokemon Go viene portato a esplorare paesi e città vicini e lontani per catturare più Pokémon. Mentre si è in giro, il nostro smartphone potrebbe vibrare nel caso ci fossero Pokémon nelle vicinanze.
Quando si incontra un Pokémon, si prendi la mira sul touch screen dello smartphone e si lancia una Poké Ball per catturarlo. Questo richiede anche una certa prontezza per evitare che il Pokemon fugga e scompaia senza lasciare alcuna traccia. Il gioco invita inoltre a cercare anche i Pokéstop disseminati nei posti più famosi, come opere di arte pubblica, luoghi d’interesse storico e monumenti dove è possibile raccogliere Poké Ball e altri strumenti utili per far acquisire forza ai Pokemon catturati, facendoli avanzare di livello.

Pokemon Go è stato progettato e sviluppato con una certa cura (almeno a questo stadio di evoluzione degli “augmented reality games”). Il gioco è agile e accattivate, grazie alla realtà aumentata, e presenta anche un forte aspetto social.
Non mi dilungherò su tutto ciò che accadendo intorno al mondo del Pokémon Go (l’eliminazione di luoghi sensibili come Hiroshima e il memoriale della Shoah a Berlino, eventi e i raduni organizzati in tutto il mondo Italia compresa, critiche, articoli di studiosi della comunicazione ed esperti social game, interventi di sociologi e giornalisti, l’allarme lanciato da Codacons che ha ipotizzato una correlazione molto stretta tra l’utilizzo del videogioco e l’aumento di incidenti sulle strade italiane, ecc…), ma voglio porre l’attenzione sui numeri impressionanti, e in costante crescita, di questo gioco: nel giro di poche settimane, ha collezionato 75 milioni di download!

L’applicazione viene utilizzata per una media di 43 minuti al giorno, il che significa che gli utenti stanno mantenendo l’applicazione attiva sui loro smartphone. 1800 le calorie bruciate in media ogni settimana da chi gioca a Pokemon Go. Più di 15 milioni i tweet e quasi 6 miliardi le visualizzazioni dell’hashtag #pokemongo solo nella prima settimana dal lancio dell’applicazione.

Un fenomeno senza precedenti dovuto a questa nuova forma di comunicazione aumentata (possiamo iniziare a dire di “massa”) e di fare gaming. Non ultimo il fatto che lo smartphone ce l’hanno praticamente tutti.
Sta nascendo così una nuova generazione di utenti di smartphone in grado di utilizzare questa tecnologia. E questo è un aspetto importante perché si apriranno nuove modalità nel mondo dei servizi visto che si potrà contare su utenti esperti nell’uso degli smartphone e delle relative applicazioni di realtà aumentata. D’altronde ABI Research, in una sua recente ricerca, descrive il mercato della realtà aumentata in costante crescita e che varrà 100 miliardi di dollari nel 2020.

Gli scenari che la realtà aumentata sta aprendo sono numerosi e ricchi di opportunità che il nostro Paese non può permettersi di perdere. Ci vuole un cambio culturale che investi per prima nella formazione. Per progettare e sviluppare giochi in realtà aumentata, p. es, per tornare al caso Pokémon Go, ci vogliono competenze “ar game design”, di “ux game design”, di progettare e sviluppare ambienti di realtà aumentata, di programmazione, di modellazione 3D, nuove forme di storytelling per una nuova forma di comunicazione (aumentata).

Partire dalla formazione per creare nuovi ruoli professionali come quello dell’ “augmented reality expert”, o dell’ “augmented reality designer”, p.es., sarebbe un passo importante per cogliere appieno queste opportunità. Ed è in questa direzione che stanno andando la mie iniziative per avviare percorsi di alta formazione in questo stimolante e promettente settore.

Sourced through Scoop.it from: caosmanagement.it

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Realtà Aumentata e Internet delle cose: un connubio che cambierà il modo di fare business

IOT

Il numero di dispositivi connessi a Internet (Internet of Things, IoT) ha recentemente superato il numero totale di esseri umani sul pianeta.
Viviamo in un mondo sempre più connesso e teoricamente più intelligente. Dico “teoricamente” dato che gestire la grande quantità di dati significa usare strumenti sempre più sofisticati per fare in modo di generare informazioni intelligenti per noi. E questo richiede molto studio e un cambiamento nei programmi e nelle modalità di apprendimento e di acquisizione di competenze.

Gli esperti del settore stimano che entro la fine del decennio gli oggetti connessi a Internet saranno 50 miliardi. Prevedono, inoltre, che nei prossimi dieci anni l’IoT genererà un valore economico globale di 6,2 trilioni di dollari.
L’Internet delle cose (IoT) sta già cambiando il modo di interagire con il mondo. I nostri dispositivi sono più intelligenti, e ci permetteranno a breve di impostare, p. es., il termostato alla temperatura che vogliamo o attivare la lavatrice o il preriscaldamento del forno. E tutto questo mentre stiamo tornando a casa con la nostra auto.
La realtà aumentata come sappiamo è un sistema di grafica interattiva che permette di sovrapporre alla realtà percepita dall’utente – tramite, p.es., la fotocamera del proprio smartphone – oggetti virtuali in tempo reale. In pratica la percezione del mondo dell’utente viene aumentata. Da qui il termine di realtà aumentata.

Ma cosa c’entra questa con l’Internet delle cose?
Ricordiamoci di come lavoravamo prima dei cellulari. Era necessario essere alla scrivania per prendere le chiamate dei clienti o rispondere a precise richieste e ulteriori informazioni. Ora con gli smartphone tutto è cambiato. Possiamo leggere email in tempo reale e rispondere prontamente alle richieste pervenuteci; possiamo condividere progetti ed rielaborarli; possiamo preparare la presentazione per la nostra prossima riunione, e così via. Insomma ci riesce difficile immaginare di portare avanti la nostra attività professionale senza l’uso intelligente di questi oggetti (preferisco dire “uso intelligente degli oggetti” a “uso di oggetti intelligenti”). E in questo caso stiamo parlando solo di smartphone. Ma se prendiamo in considerazione le “wearable technologies”, ovvero tutte quelle tecnologie portabili ed indossabili (Sensori, micro-computer, smarwatch, braccialetti da fitness e occhiali intelligenti, ecc.), che modellate attorno al corpo delle persone, diventano un valido assistente per i bisogni dell’utente, ampliando anche la sue capacità sensoriali, si aprono scenari vastissimi e del tutto nuovi.

Le possibilità di sviluppo delle tecnologie indossabili sono molteplici e le ricerche si stanno concentrando nella direzione di una sempre maggiore naturalezza e comfort.
Le aziende hanno ora compreso il valore dell’ IoT e molte di loro hanno iniziato a incorporare sensori in impianti di produzione. Questi dispositivi producono enormi quantità di dati che le aziende stanno iniziando a sfruttare per guadagnare un vantaggio competetivo rispetto ai loro competitor.

Ed è qui che il connubio tra la realtà aumentata e l’internet delle cose diventa determinante per immaginare una “business revolution” che vada ben oltre quello che è accaduto con i telefoni cellullari o gli attuali smartphone.
La chiave di questa rivoluzione è l’accesso ai dati. Ad esempio, nel settore delle costruzioni, possiamo immaginare caschi intelligenti (smart helmets) che raccolgono informazioni sull’ambiente in cui sta operando un tecnico e che forniscono in tempo reale informazioni e istruzioni utili allo stesso tecnico.

Questo permette al lavoratore di ottimizzare i tempi di lavoro e allo stesso tempo di migliorare il fattore sicurezza vista la tempestività delle informazioni di cui può usufruire. Pensiamo anche alle applicazioni che la realtà aumentata insieme all’ IoT possono dare nel settore del design e della prototipazione: la possibilità di creare e modificare modelli 3D posizionandoli e combinandoli con l’ambiente reale, simulando test di sollecitazione fino al collaudo virtuale.

Questi sono solo alcuni degli infiniti esempi di applicazioni che la realtà aumentata e l’ internet delle cose sono e saranno in grado di proporre per avviare un radicale cambiamento nei più diversi ambitii, come quello dell’ industria, della salute, dell’ intrattenimento, dello sport e della cultura. Per quanto rigurda l’Italia qualcosa si sta muovendo, grazie soprattutto alle startup innovative. Ma in questo settore le competenze sono difficili da trovare e a questo proposito ben vengano iniziative legate a progetti didattici innovativi che guardano a queste nuove tecnologie come delle importanti opportunità di sviluppo e crescita professionale e impreditoriale. Ne daremo notizia a breve.

Sourced through Scoop.it from: caosmanagement.it

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Apple: realtà aumentata e intelligenza artificiale per progetti futuri

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Oggi torniamo a parlare dei progetti futuri dell’azienda di Cupertino, di cui vi avevamo già offerto un’anticipazione, riportandovi le parole dette dal CEO Tim Cook durante un’intervista che lo stesso ha rilasciato al Washington Post: al centro dello sviluppo dei prodotti futuri, il colosso statunitense ha reso noto di aver scelto di puntare in particolar modo sulle tecnologie della realtà aumentata e dell’intelligenza artificiale.

Del resto, anche durante la presentazione dei risultati trimestrali, Cook aveva sottolineato come l’AR potesse diventare una vera e propria risorsa per il futuro del comparto hi tech, come testimoniato del resto dalla popolarità dell’app di Pokemon Go, vero e proprio trionfo tecnologico dell’estate 2016, che potrebbe fare il suo ingresso nei prossimi device mobile della casa di Cupertino, anche grazie alle acquisizioni di diverse società.

Del resto, Apple nel frattempo ha depositato diverse richieste per il brevetto di tecnologie correlate al mondo della realtà aumentata, ciò che fa presuppore che l’azienda di Tim Cook pensi già allo sviluppo di device con esperienza utente AR. Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, Cupertino potrebbe introdurre nei suoi device (in particolare smartphone) strumenti più potenti come assistenti personali più evoluti.

Sourced through Scoop.it from: pcprofessionale.it

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