Mar 13, 2017 | News on Augmented, Mixed and Virtual Reality

Il rapido progresso delle tecnologie digitali sta profondamente trasformando la nostra Società nei diversi settori industriali e produttivi, commerciali, professionali, culturali, sociali e di indirizzo e governo.
Il costante progresso del settore digitale e dei relativi strumenti, tecniche e metodi di impiego ha avviato una modifica dei modelli e delle modalità di relazione, di comunicazione e di interazione tra le persone, tra le persone e i computer e, ad oggi, anche tra le persone, le macchine (qualsiasi oggetto che possa essere dotato di “intelligenza digitale” e messo in comunicazione con altri componenti), e i dati prodotti da tali interazioni. Ne consegue che anche i processi di interazione tra uomo, macchine e dati subiscano una trasformazione che a sua volta si riflette in ogni ambito della nostra vita.
Una rivoluzione industriale che prende le mosse dall’industria ma che come detto si propaga a tutti i settori ed ambiti e che è già in atto sebbene i reali effetti almeno nel nostro Paese si vedranno nel breve – medio termine, ma non tra decenni.
E questo impone un rapido adeguamento dei processi di informazione e di formazione della popolazione, soprattutto dei giovani, che a breve dovrà convivere, operare e produrre secondo paradigmi profondamente diversi.
Se fino a circa due anni fa i nostri governanti si ponevano il problema della diffusione della cultura informatica nelle Scuole (e anche verso la popolazione adulta) e dell’avvio di piani di formazione di alternanza scuola – lavoro per mettere gli studenti sin dal secondo ciclo di istruzione in grado dii acquisire prime esperienze lavorative, ad oggi questa esigenza è diventata una necessità per non dire un’urgenza.
Occorre colmare un gap culturale che va ben oltre l’apprendimento dell’uso del PC, dei dispositivi mobili e di internet, ma diretto a formare i nostri giovani nell’uso delle tecnologie digitali avanzate e anche nella comprensione dei nuovi paradigmi e modelli di produzione e di comunicazione.
Da questa consapevolezza è nata l’iniziativa di proporre con inizio dall’anno scolastico attuale – 2016/17 – un progetto di alternanza scuola – lavoro finalizzato sia a informare e orientare gli alunni partecipanti su dinamiche di trasformazione delle realtà produttive e relative logiche, metodi e strumenti applicabili sia a realizzare un prodotto o servizio seguendo l’approccio dell’impresa simulata.
Il Progetto denominato “Comunicazione Aumentata” verterà su alcuni dei temi della così detta Industry 4.0 e che riguardano specificatamente: la Realtà Aumentata (Augmented Reality), la Realtà Virtuale (Virtual Reality), la Realtà Mista (Mixed Reality), i processi e i metodi di design e produzione basati sulle tecniche del game, i principi della User Experience.
Tali elementi concorrono e contribuiscono a formare la “Comunicazione Aumentata” un termine che non si riferisce solo a nuove modalità di informazione e comunicazione, ma che costituisce un processo trasversale che permea tutti i processi dei diversi settori del business, della ricerca, della cultura, della vita sociale e relazionale.
Il Progetto è stato concepito grazie anche alla collaborazione della Dr.ssa Maria Piana, project manager di lunga esperienza nel settore ICT e che da anni collabora con Istituti scolastici per la formazione di studenti e personale scolastico nel settore delle tecnologie digitali.
La prima fase di orientamento e formazione è stata avviata presso il Liceo Scientifico Isacco Newton di Roma, grazie alla convinzione del suo Dirigente Scolastico e dei suoi collaboratori convinti come noi che il futuro è già qui!
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Mar 7, 2017 | News on Augmented, Mixed and Virtual Reality

Gli HoloLens, lo sappiamo, sono dispositivi molto versatili e sono stati utilizzati per realizzare statue e sculture virtuali e creare così un museo digitale.
L’Armory Show di New York e la Pace Gallery’s Studio Drift di Amsterdam hanno collaborato insieme per creare in Mixed Reality il museo del futuro. Non esistono vasi, non esistono teche ma semplicemente uno spazio vuoto verso cui puntare il proprio visore HoloLens.
Questa è l’idea alla base del progetto ribattezzato “Concrete Storm” che permette di visualizzare veri e proprio pezzi da museo ma in realtà virtuale/aumentata. Muovendosi attorno alla “statua” sarà possibile osservarla in tutta la sua bellezza ma ciò che hanno intenzione di fare queste due aziende è qualcosa di ancora più grande: portare il museo all’interno delle vostre case.
Basterà ovviamente possedere un visore che supporti la Mixed Reality, obiettivo che sta perseguendo Microsoft insieme a numerosi brand del panorama mondiale. Lorraine Bardeen, General Manager di Microsoft HoloLens, si è detta entusiasta di questa nuova collaborazione con i musei di New York che potrebbe presto portare alla nascita della prima galleria d’arte virtuale.
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Mar 5, 2017 | News on Augmented, Mixed and Virtual Reality

“Grazie alle nuove tecnologie presentate da GE Healthcare, divisione medicale di General Electric, al Congresso europeo di radiologia in corso a Vienna, la realtà medica potrebbe presto superare l’immaginazione degli appassionati di fantascienza.
Si va dai viaggi all’interno del corpo umano grazie a visori per la realtà virtuale, a modelli 3D del cuore, completi di dettagliate riproduzioni di valvole, atri e ventricoli.
Non capita spesso che i videogiochi ispirino innovazioni pioneristiche in grado di rivoluzionare il modo in cui i medici possono visualizzare l’anatomia umana e diagnosticare eventuali patologie.
Eppure è ciò che è successo a Ludovic Avot, UX Designer di GE Healthcare, e al collega Yannick Le Berre, ingegnere specializzato in imaging medico, mentre giocavano a ‘Fallout 4’, videogame che accompagna i giocatori in una Boston post-apocalittica nei panni di un personaggio chiamato ‘Unico sopravvissuto’.
Immersi nella cupa ambientazione del gioco, i due hanno avuto un’illuminazione: cosa succederebbe se si utilizzasse una tecnologia di realtà virtuale simile a quella applicata ai videogiochi per consentire ai medici di esplorare il corpo umano dall’interno?
Così, combinando strumenti digitali per il design in realtà virtuale e programmi propri del mondo dei videogiochi con dettagliate informazioni 3D ottenute da esami effettuati con Tac e risonanze magnetiche, gli ingegneri hanno realizzato un software che consente l’esplorazione di immagini cliniche complete di colore, illuminazione e consistenza dei tessuti.
Utilizzando un controller e visori per la realtà virtuale come gli Oculus Rift, i medici possono così entrare in una specifica parte del corpo ed esaminarne eventuali anomalie come polipi, tumori e lesioni, oppure investigare al meglio sulle possibili cause dei sintomi del caso.
Secondo un report annuale del PwC Health Research Institute, la realtà virtuale è una delle otto tecnologie che rappresentano una tendenza in crescita per la nuova generazione di innovatori in campo sanitario. Il prototipo è utilizzato da alcuni clienti in Francia per aiutare i dottori a studiare l’anatomia umana e diagnosticare patologie.
“Siamo stati ispirati dalle tecniche per rendering fotorealistici dei videogiochi di ultima generazione”, ha spiegato Avot. “Abbiamo cercato di sfruttare il grandioso potenziale grafico e interattivo delle più moderne tecnologie alla base dei videogame per mostrare le immagini ottenute tramite esami medici nel dettaglio”.
Per i radiologi questo strumento può rappresentare “un nuovo modo per osservare immagini cliniche complesse e interagire con esse. Offre la possibilità di effettuare zoom più estesi, un’opportunità che può rivelarsi molto utile in casi specifici, come ad esempio lo studio del cuore dei bambini. Inoltre gli effetti mettono in risalto il volume e aiutano a comprendere meglio le forme delle strutture anatomiche”.
Oltre che in ambito diagnostico, la tecnologia potrebbe essere utilizzata per la fase preparatoria degli interventi chirurgici più complessi, ma anche per secondi pareri mirati a verificare i risultati di un’operazione.
Al Congresso europeo di radiologia, inoltre, GE Healthcare presenta la stampa di modelli anatomici 3D con l’ausilio della AW Workstation, piattaforma di gestione dati per immagini cliniche ottenute tramite Tac, risonanze magnetiche e Pet.
Una ricerca di IndustryArc, società specializzata in analisi di mercato, stima ad esempio che il mercato della stampa 3D applicata alla sanità possa crescere del 18% annuo fino al 2020.
Nonostante le tante richieste per una tecnologia del genere, molti medici sono ancora insicuri sul come incorporare l’utilizzo della stampa 3D nel loro lavoro. “La soluzione di GE Healthcare è molto semplice”, ha aggiunto Digard. “Con la stampa 3D è possibile riprodurre facilmente qualsiasi cosa: un osso, un dito, una mano ma anche un cuore, un’aorta o le altre arterie”.
Quello presentato a Vienna è soltanto il primo modello del sistema, ma l’azienda pensa già a nuove versioni che potranno spingere i limiti della tecnologia ancora più avanti.”
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Mar 5, 2017 | News on Augmented, Mixed and Virtual Reality

Non passa praticamente giorno senza qualche indiscrezione sui futuri piani di Apple.
Stando a fonti vicine all’azienda di Cupertino, la Mela avrebbe ingaggiato 1.000 ingegneri che in Israele si starebbero dedicando a un progetto incentrato sulla realtà aumentata, da tempo “chiodo fisso” di Tim Cook.
Apple potrebbe riuscire a integrare la tecnologia al momento in fase di sviluppo già nel prossimo iPhone che dovrebbe debuttare in autunno.
Le voci di corridoio paiono in linea con quanto rivelato la scorsa settimana dagli analisti di KGI Securities ovvero che il futuro iPhone sarà dotato di una fotocamera di nuova generazione con sensore all’infrarosso (IR), capace di raccogliere informazioni sullo spazio circostante, dati utilizzabili nelle applicazioni per la realtà aumentata.
D’altra parte anche lo stesso CEO di Apple, appena il mese scorso, aveva rilasciato alcune dichiarazioni che hanno fatto pensare all’imminente arrivo sul mercato di una tecnologia per la realtà aumentata: Tim Cook, Apple sta lavorando sulla realtà aumentata. Un nuovo prodotto in arrivo?
Tutti hanno pensato a un nuovo prodotto ma, in realtà, almeno inizialmente, potrebbe trattarsi di una funzionalità che andrà ad arricchire le potenzialità dei dispositivi di casa Apple, iPhone in primis. In futuro, però, la stessa tecnologia potrebbe debuttare negli iGlass, occhiali per la realtà aumentata con il logo della Mela.
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Mar 5, 2017 | News on Augmented, Mixed and Virtual Reality

“Microsoft ha annunciato nelle scorse ore al Game Developers Conference 2017 (GDC) di San Francisco che il supporto alla “mixed reality” arriverà su tutte le versioni di Xbox One, con i primi kit di sviluppo che verranno spediti entro la fine del mese. È invece passato un po’ in sordina il cambiamento del nome della piattaforma, che passa da Windows Holographic a Windows Mixed Reality. A riportarlo il sito MSPowerUser, che segnala una nota ufficiale diramata da Microsoft:
“Microsoft ha cambiato il nome da Windows Holographic a Windows Mixed Reality per essere più coerente con la più ampia visione della compagnia per la piattaforma. Stiamo unificando l’ecosistema della mixed reality intorno ad una singola piattaforma che rende possibili le esperienze e l’interoperabilità fra visori differenti”.
L’unificazione dell’ecosistema per la mixed reality descritta da Microsoft punta a creare un’unica piattaforma più ampia che avvicina tutte le diverse tecnologie di realtà virtuale, aumentata e mista proposte dalla compagnia. Come si legge sul sito ufficiale dedicato agli sviluppatori:
“La realtà mista mescola contenuti del mondo reale e del mondo virtuale in ambienti ibridi dove oggetti fisici e digitali coesistono e interagiscono fra di loro. Crea esperienze di mixed reality per una vasta gamma di dispositivi Windows 10, da quelle non connesse via cavo ed integrate come Hololens, ad esperienze su PC completamente immersive utilizzando i visori Windows Mixed Reality in arrivo”.
L’ecosistema permetterà sostanzialmente a Microsoft di ottimizzare il proprio impegno nel settore e snellire i lavori di marketing per un’ampia gamma di dispositivi che spaziano da semplici visori VR economici a proposte di realtà aumentata più complesse, come Hololens per l’appunto. L’unificazione delle piattaforme potrebbe inoltre consentire scenari d’utilizzo ancora più misti e complessi, il tutto sfruttando un unico ambiente di sviluppo coeso fra le varie soluzioni.”
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Mar 5, 2017 | News on Augmented, Mixed and Virtual Reality

CHICAGO — Augmented reality biofeedback could be an effective tool to reduce abnormalities in gait and could be used to provide telerehabilitation services to patients who may not have access to traditional clinics, according to a presenter at the American Academy of Orthotists and Prosthetists Annual Meeting and Scientific Symposium.
“In general, there are abnormalities in balance and/or gait that require rehabilitation,” Jonathan Akins, PhD, of the Department of Biomedical Engineering at Widener University, said in his presentation. “This is not specific to a limb loss population. Some limitations to what is currently available is that there is no standardization, as well as unmonitored time.
Particularly relating to unmonitored time, if you have an individual going to physical therapy and they spend 1 hour there, three times per week, that is a lot of time that is being unmonitored.” Akins and other researchers hypothesized that real-time biofeedback could provide instantaneous information on balance and gait adjustments, as well as improvements.
Smart glasses, which project a screen onto the lenses, would be an ideal technology to display and provide instant biofeedback, he said. To design a biofeedback interface for smart glasses, as well as to evaluate effectiveness at measuring participant performance, researchers used Epson Moverio BT-200 smart glasses and recruited 10 healthy participants. A control unit for the interface was placed in a belt that was secured to the lumbar spine.
An accelerometer control unit measured lumbar and lateral flexion. With the use of an Android application, researchers could display real-time biofeedback onto the lenses of the smart glasses, so data could be seen by the wearer. Researchers tested visual conditions with the participants wearing the interfaced belt as they performed balance and gait exercises under the following conditions: first, not wearing the glasses; then, wearing the glasses but receiving no biofeedback; and finally, wearing the glasses and receiving biofeedback.
According to Akins, participants reported a significant increase in root mean square values — calculated from angles sagittal and frontal planes to determine trunk angle magnitude from vertical — for two-limb stance when they wore the smart glasses and received biofeedback. Regarding gait, investigators found a significant decrease in flexion and lateral flexion root mean square values. They also found a significant decrease in gait velocity.
“This pilot study was an initial step to investigate balance and gait changes in response to augmented reality biofeedback,” Akins said. “In the future, research is needed to investigate the optimal kinematic or gait parameter, identify the most effective and preferred feedback modality, and investigate immediate and long-term effects in a pathological population.”
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