Il Cloud cresce più dell’ICT

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“Il Cloud Computing rappresenta un modello che offre l’opportunità di recuperare produttività e creare le condizioni per lo sviluppo e l’innovazione, permettendo al tempo stesso di ridurre di costi, razionalizzare le infrastrutture e migliorare i tempi di risposta – afferma Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service. Soprattutto l’ecosistema delle PMI e delle startup potrebbe trarne benefici enormi, ma il nostro Paese è oggi ancora un follower nell’adozione del cloud, con tassi di crescita assestati sull’11%, ma ben lontani da quelli delle economie più evolute e ancor di più dai Paesi emergenti, dove si registrano dinamiche di crescita fino a tre volte più rapide di noi.”

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È quanto emerge dalla fotografia scattata dall’Osservatorio Cloud & ICT as a Service, giunto alla terza edizione epromosso dalla School of Management del Politecnico di Milano*. I dati della Ricerca, presentata a Milano presso il Campus Bovisa in occasione del Convegno “Cloud Journey: un cambiamento possibile!”, illustrano il grado di adozione nelle grandi aziende e nelle PMI. L’indagine si pone l’obiettivo di analizzare e spiegare il fenomeno Cloud, stimandone entità e trend per evidenziare come una sua adozione possa offrire risposte per i processi di innovazione delle imprese e rilanciare il Paese.

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L’Italia crede nel cloud computing il mercato vale 493 milioni di euro

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Tornano numeri positivi nell’informatica. Secondo quanto emerge dalla fotografia scattata dall’Osservatorio Cloud & ICT as a Service della School of Management del Politecnico di Milano, l’evoluzione del budget delle imprese italiane mosta una maggiore crescita della voce legata al Cloud rispetto a quella dedicata all’Ict che nel suo complesso subisce una contrazione. È un segnale importante perché conferma non tanto l’affermarsi del nuovo paradigma della nuvola informatica ma la presa di coscienza da parte di molti imprenditori e manager che occorre mettere mano al “motore” della propria impresa.

 

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La ricerca ha analizzato anzitutto l’evoluzione del budget ict e di quello legato al Cloud, sia nella componente Private che in quella Public, su un campione rappresentativo di 201 grandi organizzazioni (con più di 250 addetti) e di 507 piccole e medie imprese.

 

Con riferimento al campione delle grandi la spesa nell’Information Technology è cresciuta solo nel 13% dei casi, mentre quella cloud cresce nel 54% dei casi per il Public cloud, nel 50% per il Private. E il trend si ripete anche per le Pmi , mentre la spesa Ict cresce nel 16% dei casi, quella Cloud cresce nel 40%. Grazie a questo trend, nel 2013 il mercato della Nuovola ha raggiunto un valore 493 milioni di euro e registra un progesso dell’11% rispetto al 2012

Il mercato cresce ma siamo in ritardo rispetto all’Europa

Entrando più nello specifico la spesa Cloud nelle grandi imprese è salita del 12% mentre nelle Pmi la dinamica è più positiva, con un progresso del 16%. In valore assoluto la spesa nelle piccole rimane però marginale rappresentando meno del 5% della spesa Cloud complessiva, pari a 21 milioni di euro. Riespetto agli altri paesi però l’evoluzione resta inferiore alle aspettative di analisti ed esperti: cresciamo l’8% in meno dei Paesi più evoluti. Non sono solo India, Cina, Russia e Brasile camminano più veloce sul fronte tecnologico, ma anche Indonesia, Argentina, Turchia e Messico mostrano tassi di sviluppo nella spesa Cloud dell’ordine del 25-30%, percentuale tripla rispetto a quella italiana.

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Cloud computing: un modello che porta vantaggi veri

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Il cloud computing offre grandi opportunità, ma porta con sé sempre anche alcune perplessità. CA Technologies ha voluto capire meglio come viene utilizzata nella realtà questa modalità, quali sono i vantaggi e le negatività più rilevanti e quali modifiche nella sua implementazione intervengono durante la sua applicazione. L’indagine, battezzata “The TechInsights Report 2013: cloud succeeds. Now what?” e condotta da Luth Research e Vanson Bourne, è stata realizzata su 542 organizzazioni, di cui circa 70 in Italia, con un fatturato annuo superiore al mezzo miliardo di dollari. Il requisito indispensabile per poter partecipare era l’adozione da almeno un anno delle varie tipologie di servizio (IaaS, PaaS, SaaS).

 

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Quello che è emerso è che i vantaggi dell’uso del cloud hanno superato i possibili svantaggi, con un livello di soddisfazione intorno al 98 per cento sul fronte della sicurezza. D’altra parte, però questo aspetto rimane quello visto con maggiore preoccupazione. Riduzione dei costi, riduzione del time-to-market, innovazione e capacità di creare nuove fonti di reddito sono gli elementi positivi. In generale, quasi il cento per cento si è dichiarato soddisfatto dall’adozione del cloud computing.

Il cloud viene utilizzato da più tempo negli Stati Uniti, dove oltre la metà delle aziende lo ha adottato da oltre tre anni. In Europa questa percentuale scende al venti per cento, per arrivare al 13 per cento in Italia. Diversi sono anche gli obiettivi: negli USA si punta soprattutto a velocizzare l’innovazione e migliorare prestazioni, scalabilità e resilienza, mentre in Europa l’obiettivo principale è la riduzione dei costi complessivi. Oltreoceano questa ragione si colloca solo al quarto posto. Il modello più adottato è il SaaS, scelto dal 94 per cento delle aziende statunitensi, contro il 68 per cento di quelle europee. IaaS e PaaS seguono con un ritardo di 10-15 punti percentuali. In Italia il SaaS è stato adottato dal 64% delle aziende interpellate, il PaaS dal 60% e l’IaaS dal 44%.

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Nasce Noovle: il nuovo punto di riferimento per il mercato italiano del Cloud Computing

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Un’azienda formata dall’unione di Global Base e Scube NewMedia, due dei principali Premier Partner di Google Enterprise Italia

Noovle nasce dalla fusione di Global Base e Scube NewMedia, due dei principali integratori di tecnologie innovative e soluzioni Cloud. 

 

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Parte con all’attivo numeri impressionanti: più di 500 clienti; 60.000 account Google Apps for Business attivati e oltre 500.000 Educational; 130 Google Search Appliance implementate e 150.000.000 di documenti indicizzati tra siti web e intranet aziendali; 100.000.000 di Pageviews su Google Maps; più di 1.000.000 di punti georeferenziati su GeoCMS, il content management system sviluppato su infrastruttura Google per la visualizzazione su mappa dei dati di business; quasi 340.000.000 di visualizzazioni dei contenuti video caricati in Video Cloud, per un totale di oltre 2.000 Terabyte di traffico.

Noovle spazia in diversi settori, dall’Enterprise & Web Search allo sviluppo di applicazioni e progetti basati sul Cloud Computing, con competenze nell’ambito della tecnologia Geospatial, delle piattaforme di Video online e di tutte le soluzioni di Google Enterprise. Focalizza la sua attenzione sulla convergenza delle forze legate agli strumenti Social, Mobile, Cloud e Information. Si affaccia sul mercato per affiancare le imprese e le amministrazioni pubbliche alla scoperta delle nuove tendenze tecnologiche, che consentono di utilizzare il web come una piattaforma applicativa con enormi prospettive di sviluppo.

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Sanità più efficiente con il Cloud Computing

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Presentato, in Italia, un manuale sui principi, le caratteristiche, le specifiche normative in materia di protezione dei dati da applicare all’erogazione di servizi sanitari con tecnologia Cloud Computing. Il documento, realizzato dall’Istituto Italiano di Privacy, in collaborazione con Federsanità Anci, illustra tutti i vantaggi della gestione elettronica in sanità, in termini di maggiore efficienza e risparmio di risorse:

disponibilità di tutte le informazioni sanitarie con un click e in ogni momento (tendenzialmente 24 ore su 24 e 7 giorni su 7);accessibilità alle informazioni sanitarie da qualsiasi terminale abilitato;completezza informativa;standardizzazione dei formati;abbattimento dei costi di archiviazione (storage) e dei volumi;possibilità di verifica degli accessi alle informazioni sanitarie;automatizzazione dei sistemi di prenotazione delle visite e ritiro dei referti, con abbattimento dei costi e risparmio di tempo per il cittadino;semplificazione del workflow documentale in ambito clinico e amministrativo.

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Il futuro dell’intuizione umana secondo Ricoh

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“Big” oppure no, i dati cambiano il modo in cui vengono prese le decisioni nelle aziende. E di pari passo cambia il rapporto uomo-macchina, come emerge da una ricerca condotta dall’Economist Intelligence Unit per conto di Ricoh

Lo studio “Uomini e Macchine”, realizzato dall’Economist Intelligence Unit per conto di Ricoh, mette in evidenza come molti dirigenti aziendali sono consapevoli del fatto che i volumi di dati, il moltiplicarsi delle fonti che li generano e gli strumenti per analizzarli stanno trasformando i processi decisionali. Il cosiddetto Information Overload è una delle principali sfide che le aziende si trovano ad affrontare: se in passato prendere decisioni era difficile a causa dell’insufficienza di dati, oggi il problema è che le informazioni sono troppe.

 

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La metà del campione di indagine è convinta che le tecnologie innovative che integrano funzionalità per la gestione e l’analisi dei dati stanno migliorando la capacità dei dipendenti di prendere decisioni. I dirigenti citano i data analytics in cima alla lista delle tecnologie in grado di valorizzare l’intuizione e l’immaginazione nel posto di lavoro. Si tratta principalmente di una sfida cognitiva piuttosto che tecnologica: in che modo le persone possono dare un significato ai Big Data?

Prendere le corrette decisioni di business

La buona notizia è che le tecnologie possono valorizzare il pensiero creativo aiutando a filtrare i dati e a interpretarli. I Managed Document Services di Ricoh aiutano le aziende a raggiungere questo obiettivo grazie a progetti innovativi e customizzati che prendono in considerazione persone, processi e tecnologie. Ricoh applica un modello completo e strutturato in cinque step. Questo approccio garantisce un progetto che, personalizzabile sulla base delle esigenze dei clienti, migliora la governance delle informazioni cartacee e digitali nelle fasi di acquisizione, gestione e condivisione. Sia in ufficio sia da remoto il personale aziendale può accedere all’informazione giusta, al momento giusto e nel formato corretto, riuscendo così a prendere decisioni di business efficaci.

L’intuizione delle persone rimane fondamentale

Il nuovo contesto trasforma sia i processi decisionali sia il ruolo delle persone e delle macchine all’interno delle aziende. La sempre maggiore diffusione delle comunicazioni machine-to-machine, della robotica, dei data analytics e di numerose altre tecnologie nel business e nella società sembra mettere in secondo piano il ruolo dell’intuizione e dell’immaginazione umana in molte attività. Ci si pone la domanda: le macchine relegheranno la creatività umana in secondo piano? La maggior parte dei manager (7 su dieci) coinvolti nella ricerca ha affermato che il supporto delle tecnologie è fondamentale per prendere decisioni importanti, ma lo sono altrettanto l’immaginazione e l’intuizione delle persone. L’IT da sola non può portare valore e sono l’intuizione e l’esperienza dell’uomo a fare la differenza. Secondo il campione di indagine sarà difficile che in futuro robot e computer potranno sostituirsi all’uomo nelle decisioni di business, anche se è indubbio che la tecnologia avrà effetti positivi sull’immaginazione umana.

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