Open data: Microsoft aiuta il Ministero della Salute

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La direzione italiana dell’azienda di Redmond fa il punto sul progetto di trasparenza e accessibilità ai dati avviato con il Ministero della Salute: i temi di maggiore interesse per i cittadini risultano i dispositivi medici, le farmacie e parafarmacie e i distributori di farmaci.

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Trasparenza, accessibilità, diritto all’informazione, servizio: tutti valori connessi con il progetto Open Data avviato da Microsoft insieme al Ministero della Salute, e presentato nei suoi primi risultati concreti in occasione del Forum PA 2013 in corso a Roma questa settimana (28-30 maggio al Palazzo dei Congressi). Un’iniziativa mirata a mettere a disposizione dei cittadini, gratuitamente, tutta una serie di dati relativi ad Asl, farmacie e parafarmacie, medicinali, prodotti fitosanitari e dispositivi medici.

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Big Data vs Open Data

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Le due definizioni di Open Data e Big Data si accompagnano ormai sempre più spesso facendo riferimento alla necessità e possibilità di accedere a questi contenuti informativi per poter operare in termini di confronto, integrazione, analisi di grandi masse di informazioni riguardanti dati statistici, geografici, economici e demografici.

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Nello specifico, con l’espressione Open Data, o dati aperti, si fa riferimento alle informazioni raccolte dalle PA e messe a disposizione dei cittadini e delle imprese, attraverso lo strumento web, sotto forma di database interoperabili e con licenze libere. Nell’ambito della PA, infatti, da sempre vengono raccolte informazioni sulle tematiche più svariate e oggi, tramite queste collezioni di dati, si ha la possibilità di restituire il patrimonio informativo accumulato ai cittadini e agli operatori economici di settore. Le principali caratteristiche degli Open Data DataBase sono: trasparenza, partecipazione e collaborazione, che mirano a modificare i rapporti di condivisione di conoscenza tra PA e cittadini, imprese ed enti pubblici.

I Big Data (BD), invece, indicano un insieme di dati complessi (“big”), sia da un punto di vista quantitativo, sia dal punto di vista qualitativo, relativamente alla loro laboriosità: distribuzione su scala mondiale, eterogeneità delle fonti, difficile accesso alle informazioni intrinseche dei dati stessi. Da qui nasce l’esigenza di organizzare in maniera pianificata i dati, al fine di renderli fruibili senza vincoli tecnologici, spaziali e/o temporali. Si tratta, quindi, di riuscire a mettere in relazione diverse tipologie di dati: strutturate (in archivi e database), semi-strutturate e non strutturate (come blog, e-mail, testi e immagini).

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Così Big Data ci cambierà

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Prende forma e si chiarisce in progress il nebuloso concetto di Big Data, e promette di cambiarci, e di cambiare del tutto il modo di lavorare in molti settori, turismo in testa. 

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Per Big Data la community globale del web intende la mole colossale di dati che le imprese e i social media accumulano nei loro server sull’attività dei loro clienti/utenti. Il punto di svolta è arrivato con gli strumenti abbastanza potenti e veloci da processare e interpretare tanta mole di dati a un costo non più stellare, ad esempio quello che finora solo colossi come Google e Walmart potevano permettersi. Oppure Facebook, che da tempo elabora le informazioni su utenti e amici per dare loro risposte personalizzate, e anche pubblicità mirata sui loro gusti e abitudini. Gli specialisti stimano che l’umanità produca sul web 2.5 quintilioni – come dire 2.500 seguito da 15 zeri – di byte di dati al giorno.

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Dati business più strategici e veloci con Oracle

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Le Oracle Business Intelligence (BI) Applications, appena rinnovate, sfruttano capacità analitiche più rapide ed efficienti e un reporting più rapido e a fronte di un Total Cost of Ownership ridotto. Introducono, inoltre, applicazioni in-memory dedicate alla pianificazione delle spese e al mondo universitario.

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Rilancio completo per la gamma delle Oracle Business Intelligence (BI) Applications, una serie di applicazioni di analytics, reporting e previsione, mirate a trarre intelligenza e indicazioni strategiche dai dati delle aziende. La nuova versione promette, secondo Oracle, più visibilità e intelligence, grazie a un ampliamento delle applicazioni esistenti, a miglioramenti di performance e a nuove soluzioni per l’analisi in-memory. Inoltre, nuovi strumenti per il per il setup e la configurazione velocizzano l’implementazione, riducendo i costi.

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Open data, il Comune di Venezia approva e apre gli archivi della città sul web

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Open data, il Comune approva e apre gli archivi della città sul web
„Venezia apre i suoi archivi. Una spaventosa mole di infromazioni e dati sarà a disposizione di tutti, online.

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"La conoscenza è un bene comune, i dati posseduti dall’amministrazione sono a disposizione di tutti, salvo le eccezioni di legge, relative soprattutto alla privacy delle persone. La Rete, attraverso la quale viaggia questa ricchezza di informazioni, è strumento di partecipazione e condivisione ed è anche uno strumento di sviluppo, poiché la disponibilità del bene conoscenza fornisce le basi per investimenti, progetti, collaborazioni". E’ questa la ratio che ha spinto il consiglio comunale di Venezia ad approvare, all’unanimità, la delibera proposta dall’assessore all’Informatizzazione e alla cittadinanza digitale Gianfranco Bettin, che apre a tutti il patrimonio di dati posseduti dalla pubblica amministrazione e riorganizza in questo senso il lavoro quotidiano della macchina comunale, favorendo trasparenza e accessibilità dei dati. Venezia, così, diventa uno dei primissimi comuni d’Italia davvero open. Il nuovo Regolamento sulla pubblicazione, l’accessibilità telematica e il riutilizzo dei dati pubblici (open data) dispone infatti la pubblicazione dei dati presenti nella banche dati comunali e ne consente il libero riutilizzo da parte di chiunque. Il Regolamento è a norma dell’art. 52 del Codice dell’Amministrazione digitale e il Comune di Venezia è il primo ad adottarlo pienamente organizzandolo in quattro sezioni: Principi, fondati sull’affermazione che "i dati pubblici presenti nelle banche dati del Comune sono patrimonio della collettività"; ambito di applicazione, in cui è definito in modo ampio il perimetro dei dati conoscibili da chiunque e le esclusioni applicabili a norma di legge; modalità di pubblicazione e riutilizzo, ovvero le caratteristiche degli open data, il processo di pubblicazione e riuso con il solo vincolo di citare la fonte; attuazione: in cui sono individuate la responsabilità nel processo.

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IBM propone novità per i clienti zEnterprise

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IBM ha recentemente presentato alcuni aggiornamenti e un nuovo softwareche permettono alle organizzazioni di estendere le applicazioni di business cruciali che girano sui mainframe System z agli ambienti web, di cloud computing e mobile. Risulta infatti oggigiorno cruciale per le aziende disporre del framework adeguato per migliorare le prestazioni,modernizzare le applicazioni chiave e aumentare la produttività.

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Le nuove soluzioni hanno infatti l’obbiettivo di aiutare le aziende a ridurre i costi operativi e i tempi di elaborazione associati a queste applicazioni, offrendo al contempo nuove funzionalità per sfruttare il cloud computing, il web e i dispositivi mobili. In particolare con il compilatore Enterprise COBOL for z/OS v5.1, le applicazioni hanno evidenziato aumenti di prestazioni dal 10 al 20 per cento. Sono stati inoltre introdotti un supporto per Java 7, nuovi built-in UTF-8, potenziamenti per il debugging e supporto per tabelle e gruppi illimitati.

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