A Dublino la ripresa economica parte dai Big data e dalla smart city aperta e collaborativa

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Innovazione tecnologica e patrimonio storico-architettonico di una città sono due tratti tipici di molti dei centri abitati europei che possono tranquillamente coesistere. Dublino porta sulle sue spalle oltre 10 secoli di storia e ovviamente l’amministrazione cittadina ha a cuore la tutela e la conservazione di quanto è a noi giunto delle epoche passate. Il progetto Dublin Smart City, portato avanti dalle autorità pubbliche in collaborazione con IBM, punta proprio al mantenimento in buono stato degli edifici di carattere storico e allo stesso tempo alla soluzione di problematiche che si trascinano nel tempo: traffico, congestione dei trasporti, inquinamento acustico e ambientale (peraltro dannoso anche per gli edifici).

 

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“Fino ad ora abbiamo tentato di intervenire con mezzi e strumenti tradizionali poco efficaci, ma fortunatamente oggi l’innovazione tecnologica ci può venire in contro e facilitare il lavoro di trasformazione di Dublino in città intelligente e di rilancio dell’economia cittadina”, ha spiegato al GuardianBrendan O’Brien, responsabile Servizi tecnologici della Città di Dublino. Grazie allo Smarter Planet programme di IBM, infatti, la capitale irlandese può contare su nuove soluzioni altamente innovative che consentono di sfruttare il grande traffico di dati generato dal monitoraggio dell’ambiente cittadino (Big Data), dedicate alla nascita di applicazioni aperte e collaborative di nuova generazione da offrire ad aziende e cittadini. Smart city è sinonimo di spazio abitato in grado di utilizzare, a favore delle persone che vi abitano, tecnologie dell’informazione e della comunicazioni orientate alla risoluzione di una vasta gamma di problematiche: traffico, energia, inquinamento, ambiente, edilizia, rifiuti, sicurezza, comunicazione. Smart city, però, significa anche digital economy, posti di lavoro, startup e tanta creatività.

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RSA utilizza l’analisi dei Big Data in tempo reale nella guerra al cybercrimine

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RSA Silver Tail introduce Big Data Visualization e lo scoring delle minacce, per contrastare le sessioni web fraudolente e la business logic abuse

 

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RSA, la divisione di sicurezza di EMC, ha annunciato una nuova release della soluzione per il rilevamento delle minacce web RSA Silver Tail, progettata per analizzare le attività sui siti web in modo da distinguere i comportamenti leciti da quelli potenzialmente pericolosi. La possibilità di separare velocemente le azioni lecite da quelle malevoli permette a chi si occupa di sicurezza di investigare e mitigare in tempo reale minacce alle sessioni web e ad applicazioni mobile.

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Boundless Informant, il Big Data Brother

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Il protagonista del Datagate, lo scandalo scoppiato negli Stati Uniti in questi giorni, è Boundless Informant la soluzione Big Data utilizzata dalla National Security Agency per raccogliere dati relativi a cittadini di tutto il mondo. Una sorta di Big Brother ovvero un sistema di spionaggio che viola la privacy di miliardi di persone. Boundless Informant è un programma che dettaglia e mostra su una mappa interattiva la mole di dati sensibili raccolti dai computer e dai network telefonici in tutto il mondo che finiscono poi per venir analizzati dai potenti sistemi di elaborazione dei Big Data di cui dispone la Nsa.

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In un arco di tempo di solo un mese, nel marzo scorso, sono stati setacciati quasi 3 miliardi di «dati d’intelligence» nei soli Stati Uniti. Su scala globale, nello stesso periodo, il totale di informazioni è stato pari a 97 miliardi. In base a quanto riferito dal New York Times il programma di Intelligence messo a punto dall’NSA e denominato Prism ha visto coinvolte negli anni anche internet companies come Google, Yahoo, Microsoft, Facebook, Aol e Apple. La richiesta dei dati da parte della Nsa è autorizzata dal controversoForeign Intelligence Surveillance Act, ma, accusa il New York Times, se le aziende sono tenute legalmente a rispondere a una richiesta di informazioni formulata in base al Foreign Intelligence Surveillance Act, non sono però tenute a facilitare il compito al governo, che è quanto si è rifiutato di fare Twitter, unico gigante a uscire bene dall’inchiesta del NYT.

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Cogito SmartContent – Editoria e Media – Clienti – Expert System

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Editori e fornitori di contenuti online affrontano oggi evoluzioni del mondo digitale, tecnologie in rapido cambiamento e un’agguerrita concorrenza. Per avere successo devono ottimizzare la loro principale risorsa – i contenuti – per aumentarne l’utilizzo da parte degli utenti in tutti i formati e su tutti i dipositivi, allo scopo di incrementare i guadagni. 

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Cogito SmartContent arricchisce automaticamente documenti, content management system e pagine web con informazioni semantiche, metadati, tag e link correlati per potenziare l’accesso e la diffusione dei contenuti

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Big Data uguale Big Nsa. La risposta è nel decentramento della rete e nella manutenzione dell’internet come bene comune

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L’inchiesta del Washington Post su Prism, il sistema usato dalla Nsa e probabilmente dall’Fbi per raccogliere dati sui cittadini americani e internazionali senza mandato della magistratura, intercettando messaggi di posta elettronica, chat, video, fotografie, è profondamente inquietante.

L’inchiesta solleva molti interrogativi sulle modalità con le quali i servizi hanno avuto accesso ai dati personali degli utenti di mezzo mondo. Ma lascia alcune certezze: non solo in Cina o in Iran, ma anche negli Stati Uniti, le autorità possono usare internet per le loro attitivà di controllo della popolazione; nonostante le forme di protezione garantite dalle piattaforme, l’uso della rete mette a rischio la privacy dei cittadini; la guerra cibernetica latente, endemica, tra stati, gruppi mafiosi e terroristi, che coinvolge corporation e cittadini che non c’entrano, non è un’idea da fantascienza, ma una pura e semplice realtà.

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Ci si può indignare, dunque. Ma non stupire. Il paese che ha inventato Echelon, il paese che spende la metà delle spese militari del pianeta, il paese che dopo lo shock dell’attacco alle Torri Gemelle ha espanso enormemente il potere dei servizi dedicati alla sicurezza nazionale a scapito dei diritti dei cittadini, diventa logicamente anche il paese nel quale le autorità fanno l’uso più massiccio dei Big Data per svolgere le loro indagini. E ancora una volta sono i suoi mezzi di informazione, dal Washington Post al Wall Street Journal (che ha rivelato come anche le carte di credito siano state monitorate dai servizi) a far sapere al mondo come stanno le cose.

Ma il tema strategico non si risolve con l’indignazione dei cittadini che si sentono ingiustamente spiati, né con le informazioni o disinformazioni delle parti interessate. La complessità tecnologica dei grandi nodi sui quali si concentra il traffico internet apre la strada a molte forme di utilizzo indesiderato dei dati degli utenti e lascia ampi spazi di manovra a chi ne voglia fare un uso diverso da quello cui pensavano gli utenti quando li hanno resi disponibili.

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Business Intelligence, Analytics e Performance Management

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Una recente analisi di Gartner (sintesi disponibile su:http://www.gartnerinfo.com/sym23/evtm_219_CIOtop10%5B3%5D.pdf) ha evidenziato che Executives Finance ed IT hanno identificatoBusiness Intelligence, Analytics e Performance Management come temi prioritari su cui concentrare gli investimenti “tecnologici” nel 2013, confermando, se mai qualcuno ne avesse avuto bisogno, la continua e crescente attenzione delle aziende alla propria capacità di definire, produrre e gestire informazioni funzionali all’identificazione di opportunità, alla valutazione di rischi ed impatti, alla simulazione degli effetti di operazioni ordinarie e straordinarie … in un solo concetto, informazioni funzionali alla guida dell’azienda.

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Questo dato è ancora più interessante se incrociato con il risultato di una survey, condotta da CFO Magazine e KPMG International (pdf disponibile suhttps://www.kpmg.at/uploads/media/ANewRole_01.pdf), nella quale il 48% dei CFO intervistati ha dichiarato di ritenere i propri sistemi datati e poco flessibili, quindi un limite, se non proprio un freno, alla loro volontà di essere agenti del cambiamento

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