Giu 26, 2013 | News ICT
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La rivoluzione dei Big Data, esplosa con l’utilizzo dei social network e la diffusione dell’Internet of Things, offre alle aziende e alle pubbliche amministrazioni nuove opportunità. L’utilizzo di grandi quantità di dati non strutturati permette di conoscere meglio i comportamenti di acquisto dei propri clienti, di valutare la percezione di brand e prodotti, di offrire servizi migliori. Questi benefici hanno però la loro controparte: pongono aziende e amministrazioni di fronte a nuove sfide, sia relative alla gestione dei dati, sia culturali e organizzative. A queste tematiche è stato dedicato l’evento Analytics 2013, organizzato da The Innovation Group, nel quale si sono confrontati esperti di fama mondiale e rappresentanti di aziende e istituzioni italiane.
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Tra gli ospiti d’eccezione c’era Michael Mandel, Chief Economic Strategist presso il Progressive Policy Institute, che ha sottolineato come la nuova economia “data driven” stia diventando una componente fondamentale dell’economia globale, accanto ai tradizionali settori di produzione di beni e servizi. “Non è facile assegnare un valore economico al flusso di dati, ma certamente c’è un grande potenziale nel loro utilizzo”, ha dichiarato Mandel. “Questo si può tradurre nella comprensione dei comportamenti d’acquisto dei consumatori, per esempio tramite i social media, nelle opportunità per le aziende, tramite il marketing, e per le pubbliche amministrazioni, che possono offrire servizi migliori”. Inevitabilmente, parlando di Big Data si tocca l’argomento della privacy. Mandel ha sottolineato come ci debba essere un equilibrio tra la crescita, offerta dall’uso dei dati stessi, e il rispetto della privacy. “Negli Stati Uniti l’ago della bilancia pende dalla parte della crescita”, ha commentato Mandel. “Tuttavia, equilibrando le parti, si può ottenere il giusto compromesso e trarre benefici dai Big Data, sia dal punto di vista delle aziende che dei cittadini”.
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Giu 26, 2013 | News ICT
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Pubblica amministrazione ancora indietro in materia di eGovernment. Nella Pa faticano infatti ancora a decollare la gestione associata dell’Ict, l’integrazione delle banche dati e il cloud computing. È quanto emerge da una ricerca dell’Osservatorio eGovernment della School of Management del Politecnico di Milano secondo cui ad oggi solo lo 0,6% degli enti locali gestisce in modalità digitale le attività legate alle multe (solo l’1% quelle relative allo Sportello Unico).
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Una possibilità che, se applicata, potrebbe comportare risparmi nell’ordine rispettivamente per circa 105 milioni e 270 milioni di euro l’anno. Anche la gestione associata dell’Ict nei Comuni consentirebbe di ridurre i costi del 50%, ma l’indagine sottolinea come in Italia queste esperienze riescano a maturare solo dopo processi lunghi e complessi, per problemi infrastrutturali, di formazione del personale e di governance. L’integrazione delle banche dati, inoltre, garantirebbe migliori servizi a cittadini e imprese, ma la metà degli enti si affida ancora al formato cartaceo a causa della difficoltà a interagire con gli altri soggetti pubblici. Non va meglio sul fronte della Nuvola: nella Pa le tecnologie di virtualizzazione sono diffuse più che nel privato (75% contro il 56% delle grandi imprese), ma l’utilizzo del cloud computing non supera il 10% dello scambio dei dati nei casi più virtuosi. Le ragioni? Una normativa apparentemente ancora non pronta, la difesa degli investimenti pregressi e, per i piccoli comuni, il timore di un’eventuale discontinuità dell’erogazione del servizio, legata anche all’inadeguatezza delle infrastrutture di rete.
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Giu 26, 2013 | News ICT
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HP ha reso noti i risultati di un’indagine globale che rivelano un’accelerazione nell’adozione del cloud da parte delle aziende, un incremento significativo degli investimenti nel cloud privato e l’affermazione di modelli di delivery ibridi, che saranno capaci di soddisfare le loro esigenze anche in presenza di requisiti organizzativi in evoluzione
Secondo un nuovo studio internazionale commissionato da HP, si prevede che entro il 2016 il 75% dei servizi IT aziendali sarà basato su cloud, di cui il 39% sarà costituito da cloud privato, il 21% da cloud gestito (ovvero cloud amministrato da terzi) e il 15% da cloud pubblico. L’IT tradizionale rimarrà tuttavia un modello di delivery chiave per il 25% degli intervistati.
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Tassi di adozione così rapidi derivano dalle aspettative che gli intervistati ripongono nel cloud computing: riduzione dei costi (68%), incremento dell’agilità (59%) e miglioramento del servizio ai clienti/cittadini (55%). Tuttavia, a fronte dei benefici attesi dagli intervistati, quasi la metà delle aziende (48%) ammette di non aver condotto alcuna analisi sul ritorno degli investimenti dei propri progetti di cloud computing. Tra le aziende che invece dispongono di forme di misurazione, il 16% afferma di servirsi esclusivamente di metriche per rilevare il “time to delivery”, mentre l’11% misura le proprie implementazioni di cloud calcolando il rapporto costo-benefici.
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Giu 26, 2013 | News ICT
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Una crescita che ha dell’incredibile, quella dimostrata dalla startup newyorkese DigitalOcean, operante nel settore del cloud hosting. Secondo le stime offerte da Netcraft, la società ha operato negli ultimi sei mesi un incremento straordinario, passando da poco più di 100 server visibili dal Web a oltre 7000.
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Questo risultato ha valso a DigitalOcean la quarta posizione nella classifica Netcraft dei provider con il più alto incremento di macchine visibili dal Web dedicate ad un’infrastruttura di cloud computing. Così, dietro ad Amazon, Alibaba e Hetzner, si posiziona DigitalOcean, che con la sua crescita di circa il 5000 per cento, diventa il settantaduesimo fornitore di cloud hosting più grande al mondo.
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Giu 26, 2013 | News ICT
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Huawei, azienda leader nelle soluzioni di Information e Communication Technology, in occasione del SDN World 2013, ha presentato il programma SoftCOM Business Iniziative Zoom-in (BIZ). Questo programma fa riferimento all’architettura delle reti ICT per analizzare tutti i possibili scenari di applicazione di SoftCOM per il mercato carrier, in modo da fornire valore aggiunto agli operatori di telecomunicazione.
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Nel febbraio 2013, Huawei ha lanciato a Londra la strategia SoftCOM per le reti del futuro e ha illustrato le potenzialità e il valore di SoftCOM al Mobile World Congress 2013. Basato sui principi del cloud computing, del software-defined network (SDN), della funzione di virtualizzazione e apertura di rete (NFV), SoftCOM crea nuove opportunità per incrementare i ricavi e ridurre i costi nel settore ICT, al fine di raggiungere l’obiettivo della crescita del business e della sostenibilità aziendale, in un mercato sempre più complesso e competitivo. L’evoluzione di Huawei SoftCOM è incentrata su quattro elementi fondamentali che mirano a promuovere lo sviluppo della rete nell’era dell’ICT: il controllo, la funzione e l’infrastruttura della rete cloud-formation e operazioni ‘internettizzate’.
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Giu 26, 2013 | News ICT
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“Hp is here to stay”. Questa la promessa di Meg Whitman pronunciata davanti alla platea di business partner e giornalisti (11mila quelli registrati) riuniti nell’immensa sala congressi del Venetian, nel cuore di Las Vegas, per l’Hp Discover 2013. A un anno dalle promesse fatte durante l’analogo evento del 2012 e a sei mesi da quelle pronuciate a dicembre a Barcellona, il Ceo ha dichiarato di aver completato il percorso di risanamento finanziario, mentre l’azienda ha continuato a rilasciare prodotti e soluzioni per il business all’insegna dell’innovazione.
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