I Google Glass serviranno anche per salvare vite umane

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Spesso nei vari articoli riguardanti i Google Glass l’argomento principale ricade sulle infinite possibilità di condivisione sociale, applicazioni, chat con i propri contatti, interfaccia e tutto ciò che ruota prettamente attorno alla parte più geek di questo dispositivo, ma non dimentichiamoci che i futuristici occhiali Google potrebbero avere risvolti ben più utili. Dunque perchè non pensare già a come utilizzarli per scopi benefici; Mutualink spiega come i tanto attesi occhiali potranno servire in breve tempo anche per salvarci la vita.

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Mutualink, un fornitore di servizi speciali per organizzazioni come la NATO, ha dimostrato durante l’evento APCO 2013 in California come sia possibile realizzare software specifico (in questo caso sviluppato da Mutualink) da combinare con la Realtà Aumentata dei Google Glass.

Grazie alle numerosi funzionalità multimediali e alla Realtà Aumentata, ufficiali di pubblica sicurezza come forze dell’ordine, vigili del fuoco o guardie forestali potranno in modo più rapido ed efficiente, effettuare in sicurezza operazioni che spesso richiedono la condivisione di informazioni da parte di personale esterno o comunque accorciare i tempi in situazioni di pericolo. Un esempio può essere rappresentato dai vigili del fuoco che una volta arrivati sul posto con indosso i Google Glass e software sviluppato ad hoc potranno accedere allo schema strutturale dell’edificio in fiamme, consentendo di operare con ulteriore sicurezza e conoscenza del posto.

 

Un altro esempio può essere quello della polizia, in grado di visualizzare feed live dalle telecamere di sicurezza durante una rapina oppure comunicare in tempo reale con personale esterno attraverso la voce o video diretta per un coordinamento delle operazioni più efficace. Dunque tanti risvolti positivi nell’infinito utilizzo degli occhiali di Google, il problema privacy rimane ancora un libro aperto ma come fa notare Mutualink, un tale uso dei Google Glass non sarebbe molto diverso da sistemi di sorveglianza già legalizzati e permessi in certi luoghi.

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LA REALTÀ AUMENTATA DÀ VITA AI TATUAGGI

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Una mostra realizzata da Alison Bennett dedicata alla trasformazione di tatuaggi in oggetti 3D grazie alla realtà aumentata su iPad. Intitolata “Shifting Skin”, l’’opera si sviluppa attorno all’app Aurasma che consente all’utente di aggiungere diversi strati ai tatuaggi trasformando così il tutto in un’unica struttura tridimensionale.

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Meta Smart Glasses: Realtà e Virtuale in una sola dimensione

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Meta Smart Glasses è il prodotto tecnologico che risponde all’esigenza di unire il mondo virtuale a quello reale. Una proposta che si inspira al noto computer che assiste il personaggio cinematografico Iron Man, capace di creare una dimensione virtuale che permette di superare i classici confini dell’attuale realtà aumentata.

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Il dispositivo si presenta sotto la forma di un paio di occhiali, ma si differenzia fin da subito a causa della presenza di una fotocamera, di molteplici sensori e di un impianto audio. Meta punta ad essere un completo assistente virtuale, sopratutto grazie all’ottima fusione fra gesture e realtà aumentata. Con il prodotto sarà possibile progettare in 3D in prima persona, giocare virtualmente in qualsiasi luogo, avere un’aiuto nel riconoscimento delle persone ed infine anche un supporto nel montaggio di specifici oggetti.

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Microsoft Kinect trasforma ogni parete in touch

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Una nuova applicazione per Kinect permette di trasformare ogni superficie in uno schermo touch. Il Kinect ha rappresentato un grandissimo passo in avanti nel mondo delle console e dei videogame. Il dispositivo, risposta di Microsoft al Wiimote di Nintendo, ha permesso di creare un modo nuovo di interagire con la Xbox 360, aprendo nuove strade per gli sviluppatori di videogame. Nemmeno a Redmond, però, avrebbero mai immaginato lepotenzialità della loro creatura.

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Tutto touch

Dalla collaborazione tra Microsoft e Ubi, una piccola start-up informatica statunitense, è nato un software che permette di trasformare qualsiasi superficie in uno “schermo” touchscreen. Sfruttando le capacità di riconoscimento dei movimenti di Kinect e combinandola con un normale proiettore a muro, sarà ad esempio possibile trasformare una parete in una lavagna interattiva a controllo tattile. L’applicazione è compatibile con Kinect per Windows, è già in vendita e, nella sua versione base, costa 149 dollari(prezzo che sale fino a 1499 dollari nella versione Enterprise).

Come funziona

Il software di Ubi (che nulla ha a che fare con la software house Ubisoft) ha un principio di funzionamento piuttosto basilare e intuitivo: sfruttare Kinect per riconoscere gesti e movimenti delle mani per poter interagire con il computer come si fa quotidianamente con smartphone e tablet. È l’applicazione pratica di questo principio che ha richiesto – e richiede – un procedimento piuttosto tortuoso.

 

Il proiettore deve essere posizionato dietro una lastra (o parete) di vetro o altro materiale trasparente, in modo da evitare che le immagini non vengano rimpallate dal corpo dell’utente, mentre il Kinect deve essere sistemato in modo che possa tracciare ogni singolo movimento della mano. Grazie alla capacità di mappatura tridimensionale di Kinect, l’app sarà in grado di determinare quando gli utenti cliccheranno sull’oggetto o quando saranno semplicemente con la mano sullo schermo, senza compiere alcuna operazione e distinguere altre migliaia di possibili interazioni tra utente e macchina.

Le possibili applicazioni

L’app, come dimostra anche il “listino prezzi” pubblicato da Ubi, è rivolta principalmente ad aziende e società. Potrebbe essere quindi utilizzata nel corso di presentazioni o meeting societari, dove è necessario proiettare e mostrare immagini ad una platea piuttosto ampia. Ma Microsoft immagina un uso piuttosto ampio del suo Kinect con la creatura di Ubi: potrebbe essere utilizzata per creare delle vetrine interattive, ad esempio; oppure – come già detto – in ambito scolastico e didattico in genere. Mai come questa volta, insomma, l’unico limite è la fantasia.

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PAPERBOY IN REALTÀ VIRTUALE

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PaperDude VR è stato creato dai ragazzi di Globalcore ed è una versione tridimensionale di PaperBoy creata con l’obiettivo di portare il classico nel magico universo della realtà virtuale.

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Creato con Unity, il "simulatore" di consegna di giornali è piuttosto costoso e ingombrante. Per creare la magia servono infatti un visore tridimensionale Oculus Rift, un sensore di movimento Kinect e un sensore per calcolare la velocità della bicicletta chiamato KickR combinato con un iPad. Il solo sensore KickR costa 1.100 dollari che, combinati con il resto dell’equipaggiamento, portano il costo del progetto al di sopra dei 2.000 dollari.

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