Augmented reality, tra Internet of Thing e Big Data

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La realtà aumentata è una forma di smart tagging e dunque un volano importante per un ‘Internet of Thing che sta diventando una Internet of… Everything. Ma è anche un codice informatore importante per l’analisi dei Big Data. La movimentazione del mercato 2013 parla di 670 milioni di dollari nel 2013.(Fonte: Abi Research). 

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A investire maggiormente nelle tecnologie Ar il retail e il marketing che, secondo gli analisti, quest’anno genereranno il 68% della spesa relative all’augmented reality. La valorizzazione dei prodotti e le applicazioni indipendenti rappresentano invece rispettivamente, il 22% e 10% della spesa.

 

A guidare lo sviluppo di applicazioni in augmented reality le tecnologie indossabili. Dispositivi come i Google Glass o gli smart glass di Vuzix troveranno sempre più occasioni d’uso in vari settori, dal retail, all’ingegneria, alla logistica, passando per la sanità. La realtà aumentata può servire infatti come mezzo di visualizzazione in grado di rendere fruibili i dati rilevati dai sensori, come una sorta di ponte verso il mondo reale, in cui un numero infinito di oggetti fisici saranno sempre più collegati dai sensori.

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Con la realtà aumentata, i passeggeri possono orientarsi più facilmente in aeroporto

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Il 76% di chi viaggia in aereo tiene uno smartphone in tasca, ma nel 2012 lo faceva poco più della metà dei viaggiatori. È quanto riporta l’ottava edizione dell’Air Transport World Passenger IT Trends Survey, l’indagine annuale condotta in sei fra i principali aeroporti nel mondo da SITA.
Il 90% passeggeri considerano la tecnologia un “facilitatore” per il viaggio: “Gli smartphone offrono l’opportunità per ulteriori miglioramenti per chi viaggia e la parola chiave è ‘semplificazione’ – ha dichiarato Francesco Violante, CEO di SITA -. L’industria del trasporto aereo deve offrire servizi che rendano davvero più facile prenotare un volo e gestire l’intero viaggio. Le funzionalità specifiche della tecnologia via mobile, come localizzazione e personalizzazione, permettono di offrire un’esperienza di viaggio personalizzata, positiva e agile – senza intoppi. Compagnie aeree e aeroporti che lo riconosceranno otterranno risultati migliori e maggiore soddisfazione dei passeggeri”.

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Chi viaggia in aereo, è più geek. Se meno della metà della popolazione possiede uno smartphone (40%), tra chi vola la percentuale quasi raddoppia, balzando al 76%.

I passeggeri del trasporto aereo possiedono dispositivi mobili e sono disposti a usarli: il 63% degli intervistati cerca applicazioni per la ricerca dei voli e il 58% vuole conoscere in tempo reale lo stato del proprio volo. Chi viaggia in aereo chiede ancora di più rispetto ai siti di informazioni: quasi il 40% dei passeggeri è propenso a compreare i biglietti da telefonino, e più di un quarto dei viaggiatori potrebbe ricevere offerte promozionali direttamente sul proprio smartphone.

Il 5% dei passeggeri svolge via smartphone tutte le operazioni per il volo: il dato è destinato a crescere. La percentuale crescerà anche grazie allo sviluppo dei servizi IT per dispositivi mobili: un progetto di SITA Lab, sviluppato con tecnologia NFC (Near field communication), già oggi permette ai passeggeri di essere riconosciuti come possessori di titoli di viaggio solo avvicinandosi al banco del check-in, ai controlli di sicurezza, ai cancelli di imbarco o all’ingresso delle sale d’attesa. La stessa tecnologia permette di monitorare e gestire al meglio i flussi di passeggeri negli aeroporti.

Per l’orientamento in aeroporto, i passeggeri possono usufruire di apps di realtà aumentata attivabili con la fotocamera dei propri smartphone: in questo modo, essi possono conoscere la propria posizione nell’aeroporto, i servizi disponibili nelle vicinanze, informazioni utili su negozi e ristoranti vicini.Un esempio di realtà aumentata per l’interno, sviluppata da SITA Lab, si può testare nell’Aeroporto di Copenhagen nell’aprile 2010.

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I personaggi di Two Left Feet danzano sulle pagine grazie alla realtà aumentata

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I personaggi delle favole e le loro storie vivono due volte nei libri in realtà aumentata. Questa tecnologia, che aggiunge contenuti tridimensionali alla carta, permette a Rufus, simpatico mostriciattolo con due piedi sinistri protagonista della storia di “Two Left Feet”, di coronare il suo sogno, danzando sulle illustrazioni delle pagine.

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Il libro per bambini scritto dall’inglese Adam Stower e pubblicato da Bloomsbury Publishing, infatti, è accompagnato ora da un’applicazione mobile in realtà aumentata, sviluppata dallo studio d’animazione australiano Resin con la piattaforma BooKAPP, che trasforma le immagini in animazioni tridimensionali che prendono vita sugli schermi di smartphone e tablet. I bambini possono quindi esplorare la caverna dove vive Rufus, vederlo muoversi nelle sue avventure per raggiungere il castello sulla cima della montagna, fotografare gli effetti e condividerli tramite posta elettronica o social network.

 

L’applicazione, inoltre, che è compatibile con il sistema operativo iOS, è stata sviluppata in modo da funzionare anche con le precedenti edizioni di “Two Left Feet”, dando a più lettori la possibilità di vedere i contenuti aumentati. Il libro cartaceo, infatti, con la realtà aumentata, diventa il luogo privilegiato di un’esperienza di lettura più dinamica e interattiva, contribuendo ad avvicinare i bambini al mondo delle favole.

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Realtà aumentata UniUd: l’app dell’università degli studi di Udine

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Arriva la nuova app dell‘Università degli Studi di Udine: accedere a contenuti multimediali, informazioni sempre aggiornate e strumenti che renderanno l’esperienza universitaria ancora più semplice e completa.

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Con l’innovativa funzione “realtà aumentata” i materiali promozionali a stampa “Coloriamo la materia grigia” prenderanno vita con contenuti interattivi.

Totalmente gratuita, da video e contenuti multimediali, all’accesso ai social network, tutto in pochi tocchi di schermo.

Le nuove tecnologie sono fondamentali per moltiplicare i canali di informazione e per raggiungere gli studenti e tutti quelli che sono interessati a entrare in contatto con il mondo universitario in modo sempre più ampio e differenziato. Udine si mostra un ateneo giovane e sensibile all’impiego di nuove tecnologie di comunicazione e alla sperimentazione di tutti quei canali, come i social network, che permettono di essere raggiunti in modo semplice e di stabilire un contatto diretto. E’ un’università al passo con i tempi che parla la lingua dei suoi studenti.

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4 dritte per futuri editori digitali

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Volete buttarvi nel fantastico mondo degli ebook ma non sapete come fare? Ecco le massime del americano Mike Shatzkin

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“ Siate glocal!” L’avvertimento arriva dall’alto del palco di If book then, prima rassegna italiana dedicata all’editoria del futuro e al suo figliolo incompreso, quell’ ebook di cui tanti parlano ma pochi capiscono le potenzialità.

 

Autore del monito è Mike Shatzkin, fondatore e Ceo di Idea Logical Company, una società di consulenza all’editoria, saggista e guru del libro che verrà.

 

Il suo discorso è chiaro: Google, Apple e Amazon, i tre imperatori dell’ebook, hanno fondato il loro regno su un concetto di profitto legato alla quantità. Inutile e impossibile batterli sul loro terreno quindi meglio cambiare strategia. Innanzitutto dimenticatevi delle librerie. “ La vendita nelle librerie tradizionali calerà del 65% nei prossimi 5 anni” è la profezia che accomuna Shatzkin e tanti addetti ai lavori.

 

Secondo, dedicatevi a una nicchia. “ Volete fare un libro di cucina? Bene, siate presenti in tutti i siti, i blog e i forum che parlano di cucina”. Secondo il guru, infatti, l’editore del futuro deve dedicarsi ad una nicchia e occuparla in pieno preoccupandosi di curare il lettore, fargli arrivare informazioni dettagliate, ascoltare i suoi bisogni e rispondere ad essi. I grandi, dice la Pandora della grande distribuzione, perderanno terreno nicchia dopo nicchia a favore di chi è più specializzato.

 

Prendete i diritti in inglese per il vostro Paese. Questo è l’unico metodo per creare un mercato globale all’interno della propria nazione. Se il libro è nella lingua di Shakespeare, non si hanno i costi di traduzione ed esce prima, se è in un altra lingua comunque si allarga il bacino d’utenza: non solo tutti gli italiani che la conoscono ma anche gli anglofoni e gli stranieri che la parlano.

Questo significa essere global ma accanto deve esserci anche la parte local, un altro punto di forza. Solo un editore specializzato può arrivare a scovare testi nelle biblioteche cittadine o nel tessuto sociale cui si rivolge. Una risorsa potenzialmente infinita che sfugge ai grandi editori generalisti, attenti solo ai grandi numeri.

 

E l’ultimo monito arriva come uno strale dal cielo: “ Basta rimpiangere la stampa. I libri non moriranno, cambieranno”. È ora di adeguarsi. Parola di Guru.

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