Il progresso nel campo dell istruzione scolastica è visto come una minaccia al solidissimo status quo. La marcia indietro sugli ebook del ministro Carrozza è una sconfitta
L’idea del passato Ministro dell’Istruzione Profumo a riguardo dei libri elettronici nella scuola italiana era una idea coraggiosa. Coraggiosa ma sbagliata. Si basava, mi pare, su due presupposti ragionevoli ma irrealizzabili. Il primo che il passaggio forzoso, teatralmente imposto, dal vecchio libro di carta ai tablet in tempi tutto sommato brevi, avrebbe innescato una reazione virtuosa: ho ascoltato più volte gli uomini del Ministero spiegare come attraverso l’ingresso nelle case degli studenti dei nuovi device (pagati dalla riduzione dei costi imposti all’industria editoriale) le nuove competenze dei ragazzi avrebbero poi avuto effetti ulteriori. I cosiddetti nativi digitali avrebbero non solo goduto dei vantaggi delle nuove tecnologie didattiche ma avrebbero anche agito da catalizzatori per l’alfabetizzazione digitale del loro genitori, chiudendo così il gap che ci divide storicamente dagli altri paesi europei.
Il secondo aspetto critico, il più grave, è stato quello di innamorarsi di una idea senza tenere in alcun conto l’ambiente circostante. E l’ambiente circostante, chiunque lo avrebbe potuto circostanziare molto bene al Ministro, era quella parte della carta geografica nella quale gli antichi di solito scrivevano Hic sunt leones.
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