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Racconta il Boston Globe che il sindaco della città del Massachusetts Institute of Technology non abbia neppure un computer sulla scrivania, eviti l’utilizzo della posta elettronica, abbia vietato la posta vocale in municipio fino a poco tempo fa e fatichi a orientarsi dentro un iPhone.

 

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Ciò non gli ha impedito comunque di approvare il passaggio della municipalità – e dei suoi ventimila dipendenti – a Gmail e alle Google Apps, abbandonando il preesistente Microsoft Exchange. Ventimila dipendenti, il cloud: Software as a Service, anyone? Come sempre, dove c’è nuvola ci sono risparmi. La migrazione dell’infrastruttura attuale verso i servizi di Google costerà alla città di Boston 800 mila dollari secondo il Globe; tuttavia la dismissione degli strumenti Microsoft genererà risparmi per 280 mila dollari l’anno. In altre parole, nel giro di un triennio sarà risparmio e pure consistente. Altro elemento determinante per la scelta – su cui tanti fornitori cloud farebbero bene a riflettere con attenzione – sono stati i termini contrattuali, molto più semplici di quelli adottati da Microsoft. E ovviamente tutta la problematica degli aggiornamenti e delle relative applicazioni desktop che rimangono in funzione per anni in stato di obsolescenza, dove invece una cloud app è sicuramente aggiornata, in modo trasparente e indolore per chi la utilizzi.

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