Sarà una nuvola densa di segreti. Ma ancora non si sa a chi spetterà realizzarla. In gioco c’è un appalto da 600 milioni di dollari. E a contenderselo sono due giganti hi-tech, Amazon e Ibm a uno dei due andrà l’incarico di costruire per conto della Cia un sistema di cloud computing che faccia da ponte tra Langley e il resto dell’intelligence Usa.
In un momento in cui i colossi della Silicon Valley sono impegnati a prendere le distanze dal Datagate, la gara tra Ibm e Amazon dimostra (semmai ve ne fosse ancora bisogno) quanto sia forte in realtà il legame tra le multinazionali del settore informatico e il governo statunitense. In palio un contratto della durata iniziale di quattro anni. Contratto che in prima battuta era stato vinto dall’azienda di e-commerce di Jeff Bezos . Solo che poi Big Blue ha presentato ricorso, ottenendo la riapertura dell’appalto. Risultato? La Central Intelligence Agency ha ora sessanta giorni di tempo per decidere a chi assegnare il progetto. Intanto una cosa è certa. Se fino a qualche tempo fa il governo Usa si rivolgeva in questi casi a produttori del calibro di Hewlett-Packard o appunto Ibm, nell’era del cloud computing i venditori di hardware che in passato dominavano incontrastati il mercato non godono più della considerazione di una volta (anche perché un’azienda oggi non è più costretta a costruire un proprio data center per gestire i dati). Un cambiamento che va a beneficio di compagnie come Amazon, più giovani e “leggere”, in condizione peraltro di offrire un servizio di analisi più accurato sul versante Big Data.
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