Il nuovissimo televisore 3D potrebbe essere già vecchio. O almeno rischia di diventarlo con l’arrivo sul mercato di Oculus Rift: al Sundance, il festival del cinema indipendente in corso fino al 31 gennaio a Park City (USA), si è infatti avuto un assaggio della realtà virtuale applicata al cinema, in grado di offrire allo spettatore un’esperienza più coinvolgente e immersiva di quella possibile con il 3D.
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Lo scorso anno al Sundance si erano visti i primi cortometraggi realizzati per Oculus Rift, ma in questa edizione la sezione New Frontiers della manifestazione porta al debutto una trentina di opere realizzate per questa tecnologia, con una sala in cui sono proiettate opere visibili non sul grande schermo, ma indossando un visore e ritrovandosi al centro nell´azione.
Ci si ritrova così in prima persona nel bel mezzo di una storia di fantasmi, o a vivere le emozioni di una donna che si sveglia dopo essere stata ibernata per 30 anni, a indagare su un omicidio fra le mura domestiche, a fianco di un sopravvissuto all’Ebola in Africa o ad affrontare un incontro ravvicinato con una balena.
Chi ha avuto modo di assistere alle prime presentazioni è rimasto affascinato dall’esperienza emozionale offerta dal cinema in VR, nonostante certi “vizi di gioventù” come una qualità delle immagini generalmente inferiore allo standard cinematografico al quale siamo ormai abituati. Ma siamo solo agli inizi, in attesa che le major cinematografiche investano massicciamente in questa direzione.
Domenica il Sundance ha ospitato anche una VR Lounge, all’interno della quale si sono viste demo, showcase, installazioni dedicate alla realtà virtuale e alle sue potenzialità, ma per tutta la durata del festival sono in programma presentazioni e tavole rotonde che affrontano le più svariate sfaccettature della VR, dall´hardware necessario per produrla e per vederla alle possibili applicazioni al giornalismo.
Ancora più interessante è il fatto che non c’è bisogno di volare nello Utah per vedere le novità del cinema in realtà virtuale presentate quest’anno al Sundance: basta avere un Gear VR di Samsung (il visore realizzato da Samsung con la collaborazione di Oculus VR per funzionare in abbinamento agli smartphone Galaxy S6, S6 Edge, S6 Edge+ e Note 5) o un economicissimo Google Cardboard (in cui inserire un telefono Android) e scaricare l”app Milk VR per vedere gratuitamente, fino al 12 febbraio, 13 dei titoli protagonisti della rassegna statunitense. Quanto basta per rendersi conto di come la rivoluzione VR potrà cambiare per sempre il lavoro dei cineasti e l’esperienza degli spettatori.
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