Un giorno potremo chattare con le persone avendole dinanzi a noi, seppure come proiezioni olografiche, in stile Star Wars o almeno questo è il progetto, chiamato Room2Room, a cui sta lavorando Microsoft Research.
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Poter vedere una persona lontana anziché sentirne soltanto al voce è indubbiamente una grande conquista perché offre una maggior immersività e un coinvolgimento emotivo differente, tuttavia negli ultimi dieci anni non c’è stata molta evoluzione per quanto riguarda le videochiamate e il VoIP, ma tutto questo presto potrebbe cambiare, anche se magari non tanto presto quanto potremmo desiderare.
Avete presente le comunicazioni nell’universo di Star Wars, in cui si parla con le proiezioni olografiche delle persone chiamate? Microsoft Research, la divisione "sperimentale" dell’azienda di Redmond sta lavorando su qualcosa del genere, un progetto chiamato Room2Room.
Per il momento in realtà quelli visualizzati non sono esattamente ologrammi ma mere proiezioni a grandezza naturale della persona con cui si sta conversando, ma si tratta solo del primo stadio del progetto.
Per questo Microsoft infatti sta impiegando la stessa tecnologia di RoomAlive, che utilizza alcuni sensori digitali e le fotocamere Kinect per sovrapporre alla stanza un ambiente fittizio, con la tecnica della realtà aumentata.
In futuro tuttavia l’obiettivo è di passare all’impiego di HoloLens, di cui alcuni mesi fa è stata mostrata una demo davvero spettacolare.
Come forse ricorderete infatti HoloLens non è un visore per la realtà virtuale ma per quella aumentata: la differenza sostanziale è che col primo tipo di visori l’ambiente virtuale rappresentato è interamente digitale e visualizzato solo dinanzi ai nostri occhi, impedendoci dunque di muoverci liberamente nell’ambiente reale. HoloLens invece consente di visualizzare ambienti e oggetti tridimensionali sovrapposti all’ambiente circostante, con una capacità di interazione impossibile da ottenere con la realtà virtuale.
Prima però bisognerà superare alcune difficoltà tecniche, come la risoluzione delle immagini, troppo bassa per offrire un coinvolgimento soddisfacente, e la necessità di diminuire la quantità di dispositivi attualmente necessari. Room2Room quindi non vedrà la luce a breve, ma la sensazione è che stia nascendo qualcosa di cui negli anni a venire sentiremo molto parlare.
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