Qualche giorno fa il Wall Street Journal ha pubblicato una recensione su una stampante 3D, la MakerBot Replicator Mini. Niente di troppo insolito, se non fosse che il giornale è andato oltre la solita presentazione.
In primo luogo, ha fatto un video animatoriale di due minuti. Poi ha usato un modellatore 3D per creare un grafico a barre tridimensionale che mostra la crescita delle vendite di stampanti 3D e in seguito lo ha trasformato in un oggetto fisico proprio tramite una stampante di questo tipo.
Source: www.primaonline.it
Successivamente la testata ha caricato il modello del grafico su Thingiverse di MakerBot, in modo che altri utenti muniti di stampanti tridimensionali possano scaricarlo e creare la propria versione reale.
Infine ha usato l’app Augment per incorporare sul giornale cartaceo una versione del grafico creata con la realtà aumentata, visibile attraverso lo smartphone come se fosse nello spazio reale.
Considerando tutto il lavoro che c’è dietro, è facile pensare che un semplice grafico a barre in 2D avrebbe comunicato bene le stesse informazioni. Tuttavia è significativo che un editore tradizionale sperimenti nuovi modi per ottimizzare la presentazione di una storia e per raggiungere un nuovo pubblico.