‘Avvieremo un tavolo con Google per trovare un compromesso come in Francia’
Ma su questa ipotesi il presidente dell’Antitrust Pitruzzella ha espresso forti perplessità, sostenendo che non sarebbe ‘compatibile con i principi concorrenziali’. Meglio una Legge come in Germania.
Il Rapporto FIEG, che illustra lo stato della stampa italiana dal 2010 al 2012, evidenzia un quadro desolante per l’editoria italiana e la necessità di urgenti interventi per porre riparo a una situazione che produrrà conseguenze economiche a catena per tutta la filiera (Leggi Articolo Key4biz).
Il governo ha cominciato a fare i primi, seppur ancor timidi, passi per gestire i problemi del settore e avviare iniziative atte a fronteggiare la crisi.
Il Sottosegretario all’Editoria, Giovanni Legnini, intervenuto stamani alla presentazione del Rapporto FIEG e, in merito alla relazione tra giornali e web company ha dichiarato che “Il modello francese mi convince molto. Puntiamo a un modello negoziale”.
La Francia ha, infatti, trovato una soluzione di compromesso alla querelle che opponeva gli editori a Google, in merito agli articoli indicizzati dal motore di ricerca per i quali la compagnia americana non pagava alcuna royalty. La soluzione è stata la creazione di un fondo da 60 milioni di euro – interamente finanziato da Google – per i progetti d’innovazione tecnologica degli editori (Leggi Articolo Key4biz).
Un modello negoziale che piace appunto al Sottosegretario all’Editoria, che stamani ha annunciato che sarà avviato un tavolo con i motori di ricerca per tentare di ottenere un loro contributo per il settore come in Francia. Legnini ha poi precisato che “le risorse vanno recuperate muovendosi nel campo dell’editoria, guardando ai comparti che presentano il segno più”.
Sull’argomento è intervenuto nei giorni scorsi anche il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella che invece reputa che per l’Italia una soluzione alla francese non sembrerebbe compatibile con i principi concorrenziali (Leggi Articolo Key4biz). Il presidente dell’Autorità vedrebbe meglio una legge su modello di quella tedesca che assegna agli editori l’esclusivo uso commerciale dei loro contenuti digitali. Le norme non si estendono ai cosiddetti ‘snippets’ (stralci dei testi giornalistici) (Leggi Articolo Key4biz).
Ieri pomeriggio, intanto, Legnini ha riunito in un apposito tavolo editori e giornalisti con l’obiettivo di rifinanziare le misure della legge 416 ma anche di affiancare una serie d’interventi a favore di nuovi ingressi occupazionali, soprattutto dei giovani, secondo la linea generale del governo.
Legnini ha ammesso la presenza di segnali contradditori nei primi atti di Parlamento e governo, a partire dal taglio ai fondi per l’editoria del 2015, sino all’aumento dell’Iva sui prodotti distribuiti con giornali e periodici, ma ha sottolineato la volontà di procedere sulla strada del reintegro del fondo, anche ricercando nuove risorse, guardando anche in direzione dei motori di ricerca che andranno sollecitati a fornire un contributo al progetto di innovazione del sistema.
Il fondo per l’editoria è, infatti, calato da 700 milioni di euro nel 2005 a 95 milioni nel 2012, importo che rappresenta lo 0,01125% del bilancio dello Stato.
Il progressivo passaggio verso il digitale e le spinose questioni legate al diritto d’autore necessitano, per Legnini, un grande progetto di innovazione attraverso atti normativi e nuove risorse finanziarie.
Tra le iniziative a breve il Sottosegretario per l’editoria ha annunciato la convocazione della Commissione per l’equo compenso ai giornalisti per il prossimo 13 giugno.
Intanto anche l’Associazione Italiana Editori (AIE) ha sottoscritto l’Appello che chiede al Presidente Napolitano al Premier Letta e ai ministri Bray per i Beni Culturali e Carrozza dell’Istruzione, Università e Ricerca la deducibilità del 50% della spesa per libri come “stimolo e sostegno all’industria culturale del Paese”.
Promosso dal professor Enrico Malato del Centro Pjo Raina, l’Appello è stato subito condiviso da decine tra le più influenti e prestigiose Fondazioni, Accademie e Istituti culturali italiani: dall’Accademia nazionale dei Lincei a quella della Crusca, fino all’Unione accademica nazionale, dalla Casa di Dante alla Società geografica italiana.
Dal 2011 al 2013, il mercato editoriale è precipitato del 15%. E’ quanto risulta dai dati distribuiti in occasione dell’ultimo Salone del Libro di Torino (Leggi Articolo Key4biz). Da qui la necessità di prendere una posizione.
Nell’Appello si legge che si potrebbe, quindi, prevedere una deducibilità del 50% della spesa documentata per acquisto di libri, entro un minimo di spesa di 1000 euro e un massimo di 2000; con eventuale incremento del minimo deducibile per i docenti, riconoscendo loro il diritto di ‘aggiornamento professionale’.
Riguardo, invece, al decreto Ecobonus è intervenuto il presidente dell’AIE, Marco Polillo, che ha espresso la propria preoccupazione dopo la conferma della previsione di un incremento dell’Iva per tutti gli abbinamenti editoriali, non solo in riferimento ai gadget ma anche ai beni che integrano e sono di complemento ai libri e periodici e sono pertanto funzionali al loro utilizzo.
Se il provvedimento fosse confermato, ha proseguito Polillo, si arrecheranno “gravi danni ai consumatori e agli editori, aggravando una situazione già difficile per l’editoria libraria”. Ma perchè nessun riferimento all’IVA per gli eBook?
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