Si è chiusa ieri l’edizione 2013 del Salone Internazionale del Libro di Torino: il maggiore evento sull’editoria libraria in Italia.
Nel tempo dei nuovi media interattivi, l’editoria si trova in uno degli incroci più delicati e rilevanti per il futuro della conoscenza.
Se pensiamo ad un prodotto culturale classico come il libro, viene da chiedersi quale futuro esso potrà avere, di fronte al calo delle vendite nell’industria editoriale e all’avanzata delle nuove forme di fruizione in formato digitale. Il tema riguarda, ovviamente, chi produce i libri (gli editori), chi li acquista (i lettori) e chi li usa per lavoro (gli insegnanti). L’editoria contiene al suo interno vari settori, tra i quali la narrativa, la saggistica, l’editoria scolastica, l’editoria universitaria, l’editoria per bambini e ragazzi, l’editoria tecnico-scientifica. E tutti questi settori vivono – in forme diverse – la necessità di ripensare la propria struttura, per continuare ad essere presenti sul mercato. Mercato che vede, e vedrà sempre più, la presenza di persone mentalmente disposte a fruire i contenuti in maniera diversa rispetto al passato. Al giorno d’oggi, la sopravvivenza economica è diventata fondamentale per le piccole e medie case editrici. Ed ancora non si è ben compreso il ruolo che il mondo online può esercitare nell’area dell’editoria. In tal senso, durante il Salone del Libro sono state presentate due indagini, a cura dell’AIE-Associazione Italiana Editori, relative all’uso dei nuovi media nell’editoria