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A entrare nelle case editrici italiane, nell’anno in cui il fatturato delle case editrici ha fatto segnare un meno 8% (dati dell’Associazione italiana editori), sembrano prevalere due fattori: la crisi e il digitale. Oltre a questi due aspetti, secondo editor e case editrici, resiste la convizione che il libro (strumento di approfondimento o di svago) continuerà ad esistere, purché sappia farsi strada tra le mille distrazioni offerte dai media contemporanei.

 

digital publishing‘s insight:

L’ultima notizia, apparsa sui giornali in questi giorni, coinvolge la catena di negozi, libri e dvd Feltrinelli. In 63 grandi punti vendita partirà il 10 giugno un contratto di solidarietà per 1.086 dipendenti, con una riduzione dell’orario di lavoro del 12,2 per cento. Alla base della decisione un calo del 10,5 per cento nelle vendite. 

I dati descrivono una grande difficoltà del settore. Il mercato librario ha segnato nel 2012 un ulteriore calo del fatturato rispetto al 2011 (meno 4,6% tra 2011 e 2010) e i bilanci delle case editrici italiane non stanno meglio. Sono numeri «da inquadrare in un contesto generale di calo dei consumi» spiega Alfieri Lorenzon, direttore dell’Associazione italiana editori ed ex direttore generale di Touring editore. Se nel 2010 il Pil segnava +1,8%, nel 2011 era già sceso a meno 0,4 per cento. Per Lorenzon «il calo del fatturato è un dato drammatico per il settore, ma dobbiamo considerare che nemmeno l’alimentare sta tanto bene». 

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